"Le rockstar seriose fanno molto ridere"

Parla Ron Mael, il leader del gruppo che ha avuto successo con l'arma della ironia: "Ma usata bene..."

"Le rockstar seriose fanno molto ridere"
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È sempre un po' frustrante parlare degli Sparks in Italia: nonostante la loro carriera abbia superato da poco la boa dei cinquant'anni, i fratelli Mael nel nostro Paese non hanno mai raggiunto la popolarità che si meritano.

Californiani, hanno conosciuto il successo in Inghilterra nel 1974 con la canzone This Town Ain't Big Enough For The Both Of Us. Dopo i recenti album The Girl Is Crying in Her Latte, con Cate Blanchett nel video, e Mad!, si esibiscono oggi al Teatro degli Arcimboldi di Milano (unica data italiana). Raggiungiamo Ron Mael al telefono.

Mr. Mael, la sua espressione impassibile e i baffetti sono diventati leggendari. All'inizio la sua era una deliberata dichiarazione anti-rockstar o è successo tutto per caso?

"Quando abbiamo cominciato eravamo in cinque, tutti fanatici di band inglesi come The Kinks e The Who. Cercavamo di imitare il loro look e le loro movenze da rockstar, ma l'unico a non essere convincente ero io. Così ho deciso di andare nella direzione opposta. Con mia grande sorpresa, ero io quello che attirava più attenzione".

Qual è il segreto per fare musica che resta nel tempo?

"Secondo me il segreto è non seguire le mode. Quando abbiamo fatto il nostro primo album con Todd Rundgren, lui ci consigliò di proseguire per la nostra strada, di non ascoltare chi ci suggeriva di compiacere il pubblico. È un atteggiamento che non apre le porte al successo planetario, però secondo me è il motivo per cui siamo ancora qui. Le persone che ci seguono capiscono che perseguiamo qualcosa in cui crediamo davvero, che non stiamo cercando di assomigliare a qualcuno o di inseguire le hit. E anche quando abbiamo scritto canzoni di successo, è sempre stato per caso. Quindi abbiamo avuto molti alti e bassi. E il fatto che nel 2025 suoniamo davanti a moltissima gente per noi è incredibile. Addirittura surreale. Però lo accettiamo volentieri".

Il titolo del disco, Mad!, può significare pazzo o arrabbiato. C'è un sottotesto politico?

"Sì, c'è un riferimento obliquo a Donald Trump. Però, a parte quello, sono proprio questi tempi a essere folli. E quindi siamo anche piuttosto arrabbiati per le cose che stanno accadendo".

Un disco di Frank Zappa si intitola: L'umorismo appartiene alla musica? Come risponde Ron Mael?

"Mi chiedo spesso perché ci sia così poco senso dell'umorismo nel rock. A noi viene naturale, poi non è che tutte le nostre canzoni siano umoristiche. Credo che lo humour sia uno strumento utile per scrivere in modo stratificato: si possono dire cose molto serie anche muovendo al sorriso. Certo, va dosato con cura, bisogna evitare di scrivere canzoni soltanto stupide. Il testo deve funzionare su due livelli: con l'umorismo in superficie e un significato più profondo, magari emotivo o personale, sotto.

Molti artisti sono convinti che presentarsi sempre depressi o arrabbiati li faccia apparire più seri. Io penso esattamente il contrario: una certa dose di umorismo nella musica, nella presenza scenica e nelle copertine è sintomo di intelligenza".

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