Rogge insiste: niente prigione

«Gli atleti che sbagliano non sono un pericolo per la società. Ma il Cio collaborerà con le autorità di polizia per eventuali operazioni»

Rogge insiste: niente prigione

da Losanna

Leggi italiane troppo severe con che si dopa? Il Cio, per bocca del suo presidente, Jacques Rogge, insiste: «Gli atleti che commettono questo tipo di errore non sono un pericolo per la società, dunque nei loro confronti bastano i provvedimenti previsti dalle autorità sportive, come squalifiche, ritiro dei premi o delle medaglie». Secondo Rogge, invece, la galera è giustissima per gli allenatori, i dirigenti o i medici che forniscono la droga ai loro assistiti.
La polemica è particolarmente attuale alla vigilia di Torino 2006: gareggiando in territorio italiano, i partecipanti agli ormai imminenti Giochi olimpici invernali - inaugurazione il 10 febbraio - devono sottostare alle leggi del nostro Paese. Dunque, se un olimpico, indipendentemente dalla sua nazionalità, venisse pescato in fallo sul doping sarebbe passibile di arresto, di denuncia e di processo.
Preoccupati da queste possibili conseguenze, Rogge e il Cio si sono premurati di chiedere alle autorità politiche italiane una deroga o comunque una sospensione «olimpica» della nostra legge, che è molto più restrittiva dei regolamenti Wada riguardanti questa materia, considera il doping un reato penale e dunque prevede, per chi venga ritenuto colpevole di doping, anche la galera.
Da tempo, dunque, Rogge ha fatto pressioni sul governo italiano, ricevendo in risposta sempre picche. E nella tempesta che imperversa con interventi corretti ma fermi, si inserisce una dichiarazione di Rogge a «Welt am Sonntag» nella quale, a conclusione delle proprie tesi, Rogge dice però che «il Comitato olimpico internazionale collaborerà comunque con le autorità politiche italiane nel caso in cui dovessero rendersi necessarie alcune straordinarie operazioni di polizia: insomma, non intendiamo porci al di sopra della legge».


Rogge prosegue poi dicendo che questo tipo di problemi non condizionerà il parere del Cio in fase di giudizio sull’esito positivo o negativo dei prossimi Giochi invernali. «Gli organizzatori di Torino 2006 - dice infine Rogge - andranno valutati soltanto per quello che accadràdurante i Giochi».

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