Con un decreto dello scorso 8 maggio il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha prorogato per diciotto mesi l’incarico di consulenza per le esigenze del governatore in materia di "politiche di parità contro le discriminazioni di genere" a Cecilia D’Elia. Iscritta al Pd e "fedelissima" del segretario dai tempi dei Ds, conta una lunga militanza nelle file della sinistra e diversi incarichi istituzionali: l’ultimo nella giunta di centrosinistra del II Municipio della Capitale, come assessore alle Politiche Sociali.
Nel 2007 è stata assessore alle Pari Opportunità del Comune di Roma nella giunta Veltroni. Con la giunta Zingaretti, invece, è a capo dell’assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma fino al 2012. Nel 2013 si candida con Sel alle elezioni politiche, ma non viene eletta. È in quell’anno che le viene conferito l’incarico da 40mila euro l’anno, poi rinnovato senza soluzione di continuità. L’ultima proroga risale proprio a venerdì scorso. I maligni all’epoca insinuavano che, essendo stata fatta fuori pure dalla giunta Marino, che aveva promesso due incarichi a Sinistra Ecologia e Libertà, fosse stata fatta rientrare in extremis in regione con un ruolo cucito su misura per lei. Insomma, la nomina della D’Elia come consulente esterna fece discutere già sette anni fa, quando, con la giunta agli esordi, l’opposizione attaccava Zingaretti parlando di deriva "partitocratica". Assieme a lei, infatti, erano stati affidati incarichi su base fiduciaria anche ad altre personalità vicine al Pd.
Tra questi, due professori, Cesare San Mauro e Umberto Gentiloni Silveri, cugino dell'attuale commissario europeo agli Affari Economici, Paolo. Anche allo storico imparentato con l’ex premier Dem, lo scorso 26 marzo, è stato prorogato l’incarico di consulenza individuale "per le esigenze del presidente in materia di valorizzazione della storia e della memoria del Territorio della Regione Lazio e per l’ideazione e la promozione di progetti ed iniziative finalizzati alla trasmissione della conoscenza storica". Pure per lui l’emolumento è a quattro zeri: 40mila euro l’anno il costo dell’incarico. Uno "stipendio" di oltre 3mila euro al mese. Lo stesso che continuerà a percepire la D’Elia, che su delega dello stesso Zingaretti, dal 2015 presiede anche cabina di regia regionale per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne.
Ma la decisione di prorogare la consulenza in tempi di emergenza sanitaria, fa discutere. A sollevare la questione, a via della Pisana, è la consigliera leghista Laura Corrotti che parla dell’affidamento di "consulenze onerose ai soliti amici della sinistra". "Da ben 7 anni la D’Elia costa ai cittadini del Lazio la bellezza di 40mila euro l’anno, senza essere mai stata eletta e senza aver vinto un concorso pubblico", attacca l’esponente del partito di Matteo Salvini. Secondo la consigliera si tratta di "una consulenza particolarmente onerosa che lascia forti dubbi sulla sua legittimità e soprattutto sulla sua opportunità, in quanto la Regione Lazio ha già un assessore che si occupa della materia e dirigenti di elevata professionalità all’interno dell’ente".
Inutile, insomma, "impiegare altre risorse, soprattutto in un momento drammatico come quello attuale, per pagare figure esterne".
"La cosa appare ancora più inquietante se si vanno ad analizzare i risultati di questa consulenza – aggiunge Corrotti - basti pensare alle recenti polemiche sulla Casa Internazionale delle donne, alla quale Zingaretti voleva assegnare un contributo di 700mila euro sulla base di uno studio mai pubblicato, per non parlare poi degli 80mila euro assegnati nei giorni scorsi all’associazione Gay Help Line". Fondi stanziati per mantenere attivo il numero verde per il contrasto dell’omofobia sul territorio della Regione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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