Cronaca locale

Fiamme nel Cpr di Ponte Galeria, sale la rabbia dei migranti

Nuovo incendio e nuovi disagi espressi dagli immigrati clandestini in attesa di rimpatrio. Nella periferia di Roma gli “invisibili” tornano a protestare

Fiamme nel Cpr di Ponte Galeria, sale la rabbia dei migranti

Bagni e camerate rese inutilizzabili. Sarebbe questo un primo bilancio di quanto accaduto questa notte al Cpr di Ponte Galeria, nella periferia di Roma. I roghi e le fiamme nell’ex Cie non sono una novità. Periodicamente si assiste inermi a fatti di cronaca che testimoniano il disagio che affrontano i clandestini in attesa di espulsione. In soldoni, non deve essere un bel posto in cui vivere. Ma questo è quanto passa la tavole e, ahimé, è quanto un Paese come l’Italia, tra mille difficoltà, riesce a offrire a questi disperati.

Queste righe raccontano di una nuova rivolta all’interno di questo complesso. Si sono viste fiamme nella struttura di detenzione dopo che il 20 settembre un altro incendio, appiccato da un gruppo di migranti in attesa di un imminente rimpatrio forzato, aveva reso inagibile metà del reparto maschile. Da giorni insomma cresce la tensione all’interno della struttura in cui le condizioni di vita sembrano drammatiche.

Attualmente i Cpr operativi in Italia sono sette, situati in cinque regioni. In questi sette Cpr sono previsti 1.035 posti complessivi di cui effettivamente disponibili ce ne sono circa settecento. C’è poi il problema del sovraffollamento e in parte una difficoltà sostanziale nel tenere a bada i migranti irregolari che cercano in ogni modo di fuggire da queste quattro mura di detenzione. L’area destinata agli uomini era stata completata e completamente rinnovata solo il 9 aprile scorso, dopo essere stata gravemente danneggiata nel 2015. Da allora era attivo il solo settore femminile del centro. Oggi i nodi tornano al pettine.

Ma veniamo a noi. La rivolta di questa notte potrebbe essere stata innescata da nuove procedure di rimpatrio forzato, esattamente come avvenuto venerdì 20 settembre. In quell’occasione scoppia una vera e propria sommossa. Alcuni migranti nigeriani danno fuoco a diversi materassi in segno di protesta. Per fortuna senza provocare danni a persone. Come si dice in questi casi. Su quanto accaduto questa notte non sono noti particolari. Né se ci siano o meno feriti, ma la funzionalità residua della sezione maschile della struttura sarebbe gravemente compromessa.

Da quanto appreso da Fanpage.it un nuovo incendio si sarebbe sviluppato una manciata di ore fa. La protesta ha contribuito a riaccendere i riflettori delle istituzioni e della stampa su questa struttura. E, a vent’anni dall’istituzione dei Cpt, poi Cie e ora Cpr, i luoghi di detenzione amministrativa dei migranti in attesa di identificazione e di espulsione, continuano a rappresentare uno dei punti più contestati delle nostre norme sull’immigrazione. Non deve essere un bel posto in cui vivere, certo. Ma è quanto di meglio l’Italia riesce a fare.

Per fortuna o purtroppo che sia.

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