Cronaca locale

"Fr... vattene": scritta omofoba sul citofono di Luca Tommassini

"In un attimo mi è risalita tutta la rabbia di quando ero bambino", ha raccontato il regista su Facebook. L'artista romano ha detto che denuncerà l'episodio

"Fr... vattene": scritta omofoba sul citofono di Luca Tommassini

"Fr... vattene”. Questa scritta omofoba è apparsa sul citofono di Luca Tommassini, regista e coreografo romano. Il brutto episodio è stato raccontato ieri dallo stesso artista sulla sua pagina Facebook. Il post è stato incollato sopra il suo interno.

Non sono sicuro al 100% sia per me ma un dubbio ce l’ho - ha precisato Tommassini -. In un attimo mi è risalita tutta la rabbia di quando ero bambino e mi urlavano dietro “frocio” a scuola e per strada”. Il coreografo ha sottolineato che la scritta gli ha fatto tornare in mente la sua infanzia quando sua madre lo svegliava e lui pensava che doveva passare davanti all’officina di suo padre, che faceva finta di non vederlo. “Si vergognava di me”, ha specificato il regista, il quale ha aggiunto che per anni non gli ha parlato “per farlo stare sereno, per non farlo litigare con mia madre. L’ha picchiata spesso per “colpa” mia, le diceva che ero “frocio” e le dava la colpa e le botte”.

Poi Tommassini ha raccontato che lui e sua madre decisero di iscriverlo alla scuola di ballo sotto casa e lo fecero di nascosto. Suo padre però lo scoprì e ci fu una brutta lite tra i suoi genitori che avrebbe potuto finire male ma il figlio si mise in mezzo tra i due ed evitò il peggio. “Io non ho mai abbassato la testa e ho sempre continuato a ballare - ha proseguito Luca -. Più avevo paura e più alzavo la musica”. Il regista ha detto che denuncerà questo episodio di omofobia. “Ho 50 anni di esperienza con la paura e ho sempre vinto contro omofobi e razzisti che hanno cercato di far male a me e a chi mi amava - ha evidenziato il coreografo -. Ora basta, non possiamo più rimanere in silenzio”.

Il fatto è stato contestato da Fabio Marrazzo, portavoce di Gay Center, il quale ha espresso solidarietà e vicinanza al regista. Marrazzo ha sottolineato che questa vicenda è “inaccettabile, grave e allarmante” e ha chiesto l’intervento del minsiro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Tale clima è in pieno stile salviniano - ha concluso il portavoce -, che ha lanciato da Bologna in campagna elettorale la nefasta moda delle suonate ai citofoni, che come vediamo, purtroppo crea gesti di emulazione”.

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