Cronaca locale

È polemica sulla foto che celebra l'italo-ucraino accusato della morte del reporter Rocchelli

Polemiche sulla mostra fotografica, promossa dall’Ambasciata ucraina in Italia, che celebra insieme a vari soldati di Kiev impegnati nella guerra in Donbass anche Vitaly Markiv, l’italo-ucraino accusato di aver ucciso il fotoreporter italiano Andrea Rocchelli

È polemica sulla foto che celebra l'italo-ucraino accusato della morte del reporter Rocchelli

“Se non ci fosse la guerra” e “la guerra dimenticata” sono due mostre fotografiche approdate alla Numen Art Space Gallery di Roma e promosse dall’Ambasciata ucraina in Italia. Una collezione di scatti dal confine orientale ucraino dove dal 2014 infuria un conflitto che ha provocato più di diecimila morti. Chi si ricorda di queste vittime? La situazione negli oblast di Donetsk e Lugansk, va detto, non è mediatica. È un fazzoletto di terra conteso tra esercito ucraino e ribelli filo-russi dove si continua a combattere e morire. Il progetto nasce quindi dall’esigenza di portare ciò che accade nella periferia d’Europa all’attenzione del pubblico.

Chi ha avuto modo di visionare l’esposizione, però, non ha potuto fare a meno di notare come tra i tanti ritratti affissi alle pareti ci sia anche quello di Vitaly Markiv. Attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera, il ventinovenne italo-ucraino è accusato della morte del reporter italiano Andrea Rocchelli, del collega russo Andrei Mironov e del tentato omicidio del giornalista francese William Raguelon. I fatti risalgono al 24 maggio del 2014. Markiv, partito come volontario filo-ucraino allo scoppio delle ostilità, secondo l’accusa, avrebbe utilizzato l’artiglieria pesante per colpire deliberatamente le vittime dall’alto di una collina a Sloviansk. La difesa sostiene invece che il giovane non aveva in dotazione armi del genere e che quindi non sarebbero partite dall’avamposto dove era di stanza le raffiche che hanno travolto i due giornalisti.

Sebbene non si sia ancora arrivati a nessuna verità processuale, la presenza di uno scatto dedicato a Markiv è stata letta da qualcuno come “uno schiaffo alla famiglia del giovane giornalista italiano e non solo”. A parlare è Maurizio Marrone, il presidente del Centro di rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk in Italia, secondo cui quella foto oltraggerebbe anche “la magistratura italiana che ha arrestato e tiene in carcere Markiv ormai da anni perché convinta che abbia assassinato, con piena coscienza e volontà, Rocchelli e il suo interprete Mironov con un tiro studiato e continuo di artiglieria”. È per questo che adesso Marrone minaccia di scrivere alla Farnesina “per chiedere una presa di posizione chiara su questa vicenda vergognosa”. Ma sui social network la polemica va avanti da giorni.

Ed è proprio la pagina Facebook Fort Rus, con quasi 15mila seguaci, ad aver pubblicato per prima le immagini dello scatto incriminato.

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