Ronaldo, lo vuole il Flamengo ma non andrà via prima di giugno

La stampa brasiliana parla di trattative. Galliani: "E' una bufala"

Ronaldo, lo vuole il Flamengo ma non andrà via prima di giugno

Milano - Hanno fatto tutto i media brasiliani. Prima hanno segnalato la presenza di Ronaldo alla festa con Adriano nelle stesse ore in cui il Milan beveva l’amaro calice del derby. Poi hanno lanciato nel circuito la notizia, attribuita ai dirigenti del Flamengo, dell’autorizzazione (firmata Milan) ad allacciare trattative con Ronaldo per il trasferimento in prestito, da gennaio, grazie al contributo dello sponsor Nike, che tiene sotto contratto anche il club di Rio de Janeiro. Così, nel volgere di qualche ora, l’ipotesi è diventata la notizia di fine anno: e cioè l’incontro imminente tra Ronaldo, il suo agente Fabiano Farah e il vice-presidente del Flamengo Kleber Leite sabato ad Angra dos Reis, località balneare tra le più famose. Decisivo, per rendere credibile il fanta-trasferimento, un particolare sullo stipendio: è cioè la disponibilità da parte di Ronaldo a tagliarsi l’appannaggio dagli attuali 6 milioni di euro a circa la metà. La reazione, immediata, del Milan è stata la seguente, firmata da Ariedo Braida: «A gennaio non sono previste cessioni». Adriano Galliani, vice-presidente esecutivo, al telefono, è stato ancora più perentorio: «Trattasi di bufala. Fino al 30 giugno Ronaldo resta con noi».

Il colloquio A scavare dietro la notizia brasiliana si ottengono però altri particolari del negoziato. «C’è stato un colloquio mesi fa tra Ronaldo e il presidente del Flamengo» lo spezzone fornito da Leonardo, assistente di Galliani e decisiva pedina per convincere Ronaldo un anno fa ad accettare le proposte dei rossoneri. Il colloquio dunque c’è stato, ma mesi fa. Se ne potrà riparlare a giugno quando il rapporto tra Ronie e il Milan si sarà inevitabilmente esaurito. Ronaldo ha chiesto un rinnovo preventivo al Milan, l’infortunio del 31 luglio ha frenato ogni iniziativa. Da gennaio, essendo a scadenza di contratto, può concludere pre-accordi con qualsiasi club.

La rottura Il piano del Milan è definito in ogni suo aspetto. Ronaldo è atteso il 2 gennaio a Milano, viene dato in partenza per Dubai, sede della preparazione 2008, e accompagnato, senza entusiasmo né credito, verso l’ennesimo tentativo di recupero. Tra Yokohama e il derby si è consumato uno strappo clamoroso. Ronaldo ha sempre pensato - e la visita presso lo specialista di fiducia, dottor Runco, lo ha confermato - di essere vittima di un altro errore di diagnosi da parte dello staff sanitario rossonero. Il Milan, qui inteso come il presidente Berlusconi e il suo vice Galliani, hanno invece dato credito alla tesi di Meersseman: e cioè considerano Ronaldo alle prese con problemi psicologici, la paura di farsi male lo blocca. «Ho sempre un sogno nel cassetto: vedere insieme il trio Kakà-Pato-Ronaldo» la frase di Berlusconi ribadita più volte. Faranno l’ultimo tentativo da gennaio fino a giugno: se Ronaldo giocherà in modo stabile potrà contare su un rinnovo parziale di fiducia. Altrimenti a giugno chiusura del rapporto e amici come prima. Anche da Milanello, sul conto di Ronaldo, arrivano frasi e giudizi agrodolci. «Se Ronie vuole riprendersi deve lavorare sodo» suggerisce Gattuso. «Gli consiglio di andare a letto presto la sera» commenta esplicito Kakà. Non sono contenti del professionista, insomma.

Drogba la pista Ronaldo via,

il futuro del Milan ha un solo cognome: Drogba. Piace a tutti, società, allenatore, squadra. Sarà complicato il negoziato: l’interessato potrà agevolarlo, chiudendo col Chelsea per via del licenziamento di Mourinho.

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