Lovazione del pubblico, il mezzo sorriso scambiato con Del Neri, la corsa sgangherata per andare a prendere posizione ed un primo stop di palla che è roba per palati fini. Con Antonio Cassano sta tornando anche la primavera: una rondine volata sul cielo blucerchiato. E proprio il 21 marzo sogno di vederlo dal primo minuto. In campo, quella sera, contro la Juventus per smentire tutti quelli che lo reputano un fallito, lincompleto, il mezzo giocatore, quello adatto a far casino e basta.
Per quanto ha fatto domenica in quello scampolo di gara, invece, non sarebbe il caso di sprecarsi in giudizi: era fuori dai primi di gennaio e non era credibile pensarlo in forma, scattante, pronto al contropiede o altro. Diamogli qualche settimana e usiamolo come ha detto Del Neri, sarà larma in più per il rush finale del campionato. Se non è ipotizzabile ragionare sul quarto posto finale lidea di tornare in Europa passando per la (ex) coppa Uefa non mi dispiacerebbe affatto.
Il resto, chi è e cosa rappresenta Cassano per il pubblico della Sampdoria, lo si è sentito al ventitreesimo minuto del secondo tempo di Samp- Lazio. Come ai tempi di Mancini e Vialli, forse per Gullit. Nessuno è stato più atteso.
Questo è amore: Antonio ora tocca a te.
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