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"A Ronie stringo la mano ma per 90 minuti non sarò più suo amico"

Materazzi: "Derby da vincere per mettere la ciliegina sullo scudetto e escludere il Milan dalla prossima Champions. E andare insieme in vacanza"

"A Ronie stringo la mano ma per 90 minuti  non sarò più suo amico"

Appiano Gentile - Serio e sorridente, sottilmente ironico e appassionato. Marco Materazzi è pronto. Anche per Ronaldo.
Ma un derby può bastare a medicare la ferita di Valencia?
«Quale ferita? Certo dispiace, ma sono due cose diverse. Il derby serve per raggiungere un obbiettivo e lo raggiungeremo. E per evitare i preliminari al Milan».
Si spieghi?
«Se vinciamo gli togliamo tre punti importanti per arrivare ai preliminari di Champions. Vorrei evitare un’altra vacanza corta ai miei compagni di nazionale che stanno a Milanello. Se giocano i preliminari si stancano. Così, invece, tutti al mare per 50 giorni. Insieme».
In tre giorni si è rovesciato il mondo: Milan alle stelle e voi...
«Perché? Sapevamo che il Milan era una delle pretendenti a vincere la Champions. Arriverà in finale, per i mezzi che ha. Noi vinceremo il campionato che tutti dicono brutto, povero, dove la Roma è a 16 punti, ma poi ha battuto il grande Lione. I casi sono due: o in campionato gioca un’altra squadra o noi abbiamo fatto qualcosa di buono».
Grinta da derby. Lei è ideale per queste sfide.
«Ci sono io, ma pure Gattuso. Pur di non perdere, ci lascia una gamba. Non a caso siamo cresciuti insieme».
Ci sarà pure Ronaldo: sarà Inter contro Ronie?
«Temo diventi così, anche se Ronie fa parte del passato».
Come ricorda questo passato?
«Bello, Ronaldo è venuto a far vincere l’Inter, ha regalato emozioni e ora ha fatto una scelta difficile, che rispetto. Ma dopo la stretta di mano, non mi consideri più un amico. Penso sia lo stesso per lui: farà di tutto per batterci».
Come se lo aspetta?
«Molto motivato perché ha la spada di Damocle sulla testa. Dovrà dimostrare di essere sempre Ronaldo. Ma noi cercheremo di dimostrare che non è più lui. Oggi, secondo me, la vera stella del Milan è Kakà».
Apprezza?
«È uno dei giocatori più decisivi al mondo: lo ha dimostrato mercoledì. È un leader, uno da pallone d’oro».
Lo invidia?
«No, mi rispecchio: perché il lavoro paga. Lui ha classe, tecnica: doti di madre natura. Io ho voglia, determinazione: con quelle ho raggiunto traguardi importanti. In questo mi sento uguale a Kakà: esempi di come essere forti in modi diversi. È uno spot anche per i bambini».
Allude alla Melandri e alle critiche per Valencia?
«Nella vita bisogna trovarsi in mezzo per capire. Avrei difeso di più l’immagine italiana. Si vedono brutte cose dovunque».
Lei e Ibra siete stati fra i più calmi...
«Strano, vero? Ma è stata una reazione contraria: abbiamo visto ragazzi solitamente calmi come Cordoba e Cruz scattare, impazziti, in difesa di un fratello, quale noi consideriamo ogni nostro compagno. E abbiamo pensato: qui bisogna tranquillizzare tutti».
Il pubblico, come a Livorno, le ha ricordato la sua mamma: quel figlio di... rimbombava. E nessuno vien punito...
«Sono vigliacchi: i 10mila di Livorno o i 60mila di Valencia. A Messina, nostri tifosi hanno pagato per i cori, o presunti, contro un ragazzo nero. Ma è razzismo anche questo. Ho pagato 5000 euro di multa, dopo l’altro derby, per aver fatto vedere il mio nome ai tifosi. Ma nessuno ha punito quelli che insultano mia madre. L’arbitro Farina ha scritto nel referto: grave provocazione al pubblico. Ma nessuno ha sentito quelle fatte a me: vergognoso».
Preparato qualcosa per questo derby?
«No, lascio perdere. Il derby è bello anche se ci metti la sfottitura ironica. Stavolta sarò originale: non farò niente. Non hanno capito all’andata, perché dovrebbero capire adesso? Ormai è tutto esasperato. La gente vede Materazzi come un nemico di guerra e non come un nemico sportivo».
Sarà un derby spettacolare o teso?
«Spero spettacolare. Il Milan avrà più tensione: deve vincere. A noi sta bene ogni risultato, ma in testa ce n’è uno solo».
Derby per Kakà e Ibra?
«Mi auguro, ma spero che Kakà sia stanco dopo i supplementari. Sennò è un robot».
Un voto al derby?
«Dieci, perché per noi significa scudetto. Con la ciliegina di aver battuto due volte il Milan, una delle otto migliori squadre d’Europa».
Una speranza?
«Rispetto per tutti sempre, il calcio è bello così. Senza esasperazioni. I tifosi di Milan e Inter, e spero non mi smentiscano, negli ultimi anni si sono comportati bene: non ci sono stati scontri.

Mi piacerebbe continuassero così».

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