Rossi: "Il premier è già morto. L’assassino è Veltroni"

Serve un capro espiatorio: o Dini o i teocon

Rossi: "Il premier è già morto. L’assassino è Veltroni"

Roma - Senatore Rossi, lei a tratti è dissidente, a tratti no?
«Sono... il più morbido dei duri, direi»
Definizione fantastica, ma che significa?
«Che mi piacerebbe non dover votare contro il governo, ma che so che potrei essere costretto a rifarlo».
Che aria tira?
«Un casino. Prodi è bravissimo a rinviare. I Ds, vedi D’Alema, sono in fibrillazione. Questo è un governo che campa solo sul fatto di non aver alternative».
Non è consolante.
«Se per questo è disperante. Ma per ora ha funzionato».
Bordon, e molti con lui, dicono che politicamente la maggioranza è già finita.
«Io, che amo essere più concreto, la butto giù così: il morto c’è già, Prodi. L’assassino pure, è Veltroni».
Cosa manca?
«Un povero Cristo che si presti a coprire le tracce e a fare da capro espiatorio. Come nei polizieschi».
Non ho capito se lei fa il poliziotto o il palo....
«Mannò, che palo. Per fare il colpo serve una piccola banda, un gruppettino arruolato in Senato».
Su chi indaga?
«Non è che ci vuole Maigret: su Dini. O sulla pattuglietta dei teocon».
Non la facevo così spiritoso...
«No, sono disincantato, piuttosto. I media ti oscurano, e gli accordi che strappi per votare se li rimangiano, due minuti dopo. Che dovrei fare?».
Non si sente un ricattatore, a barattare il suo voto per un accordo?
«No, affatto. Sa cosa avevo ottenuto? Che il fondo per gli incapienti, ovvero i poveri, passasse in Finanziaria da 40 a 80 centesimi al giorno».
E invece?
«Mi hanno fregato alla Camera».
Ovvero hanno fregato gli incapienti, vuol dire?
«Hanno riportato il fondo a 80.

E poi combatto sui dipendenti della Croce rossa, e poi sui salari.... Ma è un muro di gomma»
Lei però continua a provarci.
«Oh sì, certo: navigo a vista. Se strappo qualcosa sulle politiche di pace, sui salari, sul welfare tratto. Altrimenti voto contro».

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