Nanni Scaglia
da Jerez de la Frontera
Dopo cinque test tra Malesia, Australia, Qatar e Spagna, per un totale di circa 7.500 chilometri alla ricerca della soluzione vincente, riparte da Jerez la caccia mondiale al Dottore dellimpennata.
Allora, signor Rossi, è emozionato per l'inizio del campionato?
«Emozionato è una parola grossa, visto che questo è ormai il mio undicesimo anno. Inoltre non è più come qualche anno fa, che si stava fermi a lungo durante l'inverno e si arrivava così all'inizio della stagione con una gran voglia di tornare in moto. Adesso non ci si ferma mai e siamo in pista da gennaio. È vero però che l'adrenalina per la prima gara si fa sempre sentire e si cercano delle risposte a quanto si è visto durante i test. Adesso si comincia a fare sul serio e tutti lavoreranno soltanto per migliorare il tempo sul giro e trovare la giusta configurazione per la gara, non per sviluppare moto o gomme. E, si sa, durante il Gp la situazione è completamente diversa dall'inverno, perché si hanno solo quattro ore per sistemare la moto e non tutto il giorno».
Si sente sempre lei il favorito per il mondiale?
«Direi di sì, sono ancora l'uomo da battere. Ma non mancano i rivali molto agguerriti».
Può fare un nome?
«Fino a qualche mese fa avrei detto Marco Melandri, che rimane comunque il vice-campione del mondo. Ma dopo quanto si è visto nei test, forse il mio avversario principale è Pedrosa».
Melandri dice che, in fondo, non è così importante se non la batterà, perché nessuno ci riesce da cinque anni...
«Credo che nelle parole di Marco ci sia un po' di pretattica, anche perché qui bisogna stare molto attenti a quello che dichiari: sembra di essere in tribunale, quello che dici può essere usato contro di te... Indubbiamente Melandri non ha fatto un bel precampionato, ma queste situazioni cambiano alla svelta, come è successo a noi: a Barcellona sembravamo imbattibili, ma soltanto quattro giorni dopo, qui a Jerez, eravamo in grande crisi».
Cosa è successo esattamente?
«Non lo sappiamo. Il saltellamento della ruota anteriore quando si è alla massima inclinazione non è mai determinato dallo stesso fattore: possono essere le gomme, il telaio, il bilanciamento dei pesi, il grip dell'asfalto... Nei test era così forte che non cadere era un miracolo. In questi casi il pilota non può fare niente, se non aspettare ad aprire il gas: ecco perché in curva ero più lento anche di 15 km/h rispetto all'anno scorso e perdevo un secondo al giro. Per risolvere il problema la Yamaha ha studiato nuovi assetti, una diversa distribuzione dei pesi e ci saranno anche gomme inedite. Ma per riuscire a risolvere il problema, dovremo essere molto bravi in questo fine settimana».
Proverà ancora la F1 nei prossimi mesi?
«Assieme alla Ferrari avevamo pianificato i test durante la pausa, ma adesso inizia il mondiale ed è questo il mio obiettivo prioritario. Da un mese penso solo alle moto».
Allora ha ragione Briatore quando la invita a concentrarsi sulle due ruote e a lasciare stare la F1?
«Per la verità, io avevo lanciato una sfida ad Alonso e mi ha risposto Briatore... Comunque non voglio dire nulla, altrimenti non la finiamo più e si va avanti all'infinito».
Dunque, un Valentino sereno, capace di evitare anche la trappola F1, un Valentino che perde la pazienza soltanto quando un giornalista di una rivista femminile gli chiede se è vero che sta pensando a una casa a Milano assieme alla fidanzata e se non cè il rischio che lamore faccia andare più piano: «No, non è vero...
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