Ruby, rinvio a giudizio per Fede, Mora e Minetti "Arcore un bordello" è giallo sulla frase dei pm

Sangermano e Piero Forno, hanno chiesto il rinvio a giudizio di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, nell’udienza preliminare sul "caso Ruby". Sono accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile

Ruby, rinvio a giudizio per Fede, Mora e Minetti  
"Arcore un bordello" è giallo sulla frase dei pm

Al termine di una breve discussione, i pubblici ministeri, Antonio Sangermano e Piero Forno, hanno chiesto il rinvio a giudizio di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, nell’udienza preliminare sul ’caso Ruby’. L’agente dello spettacolo, il giornalista e la consigliera regionale del Pdl, sono accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile. L’udienza prosegue con gli interventi degli avvocati che presenteranno delle eccezioni.

Hanno parlato "di un sistema strutturato per fornire ragazze disponibili a prostituirsi" il procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno e il pm Antonio Sangermano nel loro intervento davanti al guop Maria Grazia Domanico alla quale hanno ribadito la richiesta di processo per Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione di ragazze maggiorenni e di Ruby, all’epoca dei fatti minerenne. 

Hanno più volte parlato di "bordello" i pubblici ministeri Pietro Forno e Antonio Sangermano, facendo riferimento ad un "sistema strutturato per fornire ragazze disponibili a prostituirsi". Nel corso del loro intervento davanti al gup di Milano Maria Grazia Domanico i pubblici ministeri hanno descritto un "sistema" che si articola, secondo l’accusa, in "tre luoghi distinti e funzionali tra loro". In particolare, secondo l’accusa Lele Mora avrebbe avuto il ruolo di arruolatore, Fede di fidelizzatore mentre l’organizzazione economica e logistica sarebbe stata a carico di Nicole Minetti. La stessa Minetti si attribuirebbe il «ruolo» nel corso di un’intercettazione con Melania Tunini: "E poi ci sono io che faccio quello che faccio". Fede avrebbe avuto il ruolo di valutare la riservatezza e disponibilità sessuale oltre che all’adattabilità alle particolari esigenze. Durante l’udienza in corso sono stati già fissati due prossimi appuntamenti: un primo 11 luglio in cui dovrebbero parlare le parti civili e un secondo, il 13 luglio dedicato alle difese. 

"Non ho mai detto che Arcore era un bordello.

Il termine bordello è stato utilizzato come riferimento storico alla divisione dei compiti prevista dalla legge Merlin che, come noto, prevedeva la soppressione delle case chiuse". Lo ha precisato in serata il procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno. 

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