Andrea Tornielli
da Roma
Il cardinale Ruini lancia «una proposta» per un confronto tra laici e cattolici che permetta di uscire dallo «stallo» provocato dalle polemiche degli ultimi mesi. Lo fa intervenendo al VII Forum del Progetto culturale della Chiesa italiana con una prolusione sul «Cattolicesimo italiano e il futuro del Paese». Un discorso di alto livello, che cita molto gli scritti di Papa Ratzinger e sfiora appena le questioni più «calde» del momento. «Vorrei avanzare una proposta ha detto il presidente della Cei che può suonare abbastanza ovvia, ma che ha il merito di superare, a livello pratico, lo stallo generato dalla contrapposizione tra i sostenitori e gli avversari dellapproccio relativistico in materia di etica pubblica, senza obbligare né gli uni né gli altri a recedere dallagire secondo i propri convincimenti». «Si tratta cioè di affidarsi, anche in questi ambiti, - ha aggiunto al libero confronto delle idee, rispettandone gli esiti democratici pure quando non possiamo condividerli». Questo, annota Ruini, «già fortunatamente avviene di fatto» nel nostro Paese, ma «è bene che tutti ne prendiamo più piena coscienza, per stemperare il clima di un confronto che prevedibilmente si protrarrà assai a lungo, arricchendosi di sempre nuovi argomenti». Tra fautori del relativismo e sostenitori di un approccio collegato allessere delluomo si continuerà a dibattere ma «non vi sarà motivo di accusarsi reciprocamente di oltranzismo antidemocratico».
Ruini ha citato due eventi che hanno fatto emergere l«anima cattolica» dellItalia. Il primo è stato la morte di Papa Wojtyla e lelezione del successore, vissuto con grande partecipazione popolare. Il secondo è stato il referendum sulla fecondazione che «ha rappresentato un forte motivo di impegno e di unità per i cattolici italiani e al contempo di incontro e convergenza con significativi rappresentanti della cultura laica». La tappa di un cammino che deve continuare. Il referendum ha però anche «contribuito a far emergere una nuova e certamente non desiderabile fase di tensione nei rapporti con altri laici, soprattutto sul piano politico e mediatico», più che nella realtà concreta del Paese. Ruini ha sottolineato che le grandi problematiche antropologiche, come quella discussa in occasione del referendum, sono destinate «ad acquisire un rilievo crescente, non solo in Italia e non solo in relazione alla Chiesa cattolica» e rappresentino la nuova frontiera del dibattito sulla laicità. Oggi vengono infatti contestati il concetto stesso di «natura umana» e non si ammette «a livello pubblico, alcun riferimento a ciò che è bene o male in se stesso».
Un esempio che il cardinale ha affrontato è quello della «razionalità scientifica e funzionale, per la quale è razionalmente valido soltanto ciò che, direttamente o indirettamente, è sperimentabile e calcolabile». A proposito dellevoluzionismo, citando le aperture di Pio XII e Giovanni Paolo II, Ruini ha spiegato che «non è certo il caso di fare dei passi indietro» anche se bisogna «essere lucidamente attenti a quella filosofia, o visione del mondo, a cui spesso la teoria dellevoluzione viene collegata» trasformandosi in una pretesa «spiegazione scientifica di tutto il creato». Non è dunque levoluzionismo a creare problema, ma piuttosto il suo diventare ideologia che pretende di escludere a priori lesistenza di una «intelligenza creatrice».
Infine, il cardinale ha ripetuto la proposta avanzata da Ratzinger lo scorso 1° aprile a Subiaco: anche chi non riesce a trovare la via dellaccettazione di Dio «dovrebbe comunque cercare di vivere e indirizzare la sua vita come se Dio ci fosse». «È il consiglio ha detto Ruini che vorremmo dare anche oggi ai nostri amici che non credono».
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