Il rumore rosa secondo i Motus

Si intitola Rumore rosa l’ultima creazione dei Motus, ovvero di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande. E come sempre capita nel lavoro di questo interessante gruppo di ricerca riminese, il titolo sottende riferimenti e materiali diversi, sia dal punto di vista formale, sia da quello contenutistico. Qui si fa strada, per esempio, un raffinato impiego delle teorie acustiche e, in particolare, prende corpo un’esplicita allusione a quel tipo di rumore (detto anche rumore 1/f o rumore Flicker) in cui le componenti a bassa frequenza hanno la potenza maggiore e che i tecnici del suono usano quando devono garantire la giusta equalizzazione in un luogo che si accinge a ospitare un evento musicale. Ma vi si ritrova anche - e soprattutto - un dichiarato recupero dell’immaginario e del cinema di Fassbinder; di quello sfinimento dei sentimenti che il regista ha saputo così ben raccontare.

Il tutto funzionale, però, a un sofisticato discorso sui rapporti di forza nella coppia; sulle tensioni contrastanti che ne modulano sia gli aspetti vitali che quelli distruttivi. In scena tre corpi femminili che sembrano ibernati. Prima di loro un incidente. O un abbandono. Fino a domenica.

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