da Mosca
Per gli investigatori non cè dubbio: è stato un attentato, commesso con un congegno azionato a distanza, a provocare lunedì sera il parziale deragliamento di un treno sul tragitto Mosca-San Pietroburgo, nei pressi del villaggio di Malaya Vishera, nella regione di Novgorod.
Lipotesi più accreditata è quella di un attacco legato alle tensioni nel Caucaso, dove la Russia è da anni impegnata nella sanguinosa guerra contro i separatisti ceceni, che hanno già compiuto numerosi attentati a Mosca e in territorio russo. I treni sono tra gli obiettivi più volte presi di mira in passato dai terroristi. Sul convoglio colpito lunedì sera viaggiavano circa 250 persone. Almeno 60 sono rimaste ferite, tre in modo grave. Tra i passeggeri cera anche un italiano, che è rimasto ferito in modo non grave alla schiena e alle braccia. «Ho sentito un boato, ma ho pensato a un guasto», racconta Domenico Gigliobianco, manager milanese che vive in Russia per lavoro. «Quando ho visto la carrozza sollevarsi - racconta - e mi sono trovato il soffitto sotto i piedi, ho pensato a un incidente fatale per un lungo, interminabile minuto, durante il quale si sentivano solo grida di terrore».
Secondo la polizia, lordigno è di fabbricazione rudimentale ma di potenza micidiale. Finora non sono giunte rivendicazioni, ma la pista cecena è quella più seguita. Intanto, Nicolai Patrushev, responsabile dei servizi di sicurezza interna russi, lFsb, e presidente della Commissione antiterrorismo, ha preannunciato nuove misure per prevenire attacchi e per affrontare eventuali emergenze, in vista soprattutto delle elezioni legislative e presidenziali. «Non possiamo permettere agli estremisti di agire e destabilizzare il Paese», ha dichiarato. Da 1995 ricorrono in Russia attentati di matrice cecena fondamentalista.
Non è però esclusa lipotesi che dietro lattentato di lunedì ci sia la mano degli estremisti nazionalisti, che già nel 2005 fecero saltare un treno ceceno diretto da Grozny a Mosca.