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Russia, la serrata dei Casinò lascia mezzo milione senza lavoro

Con l'avvicinarsi del primo luglio, la data fissata dalle autorità per la chiusura di decine di casinò e sale da gioco che saranno concentrati per legge in sole quattro regioni del Paese, in Russia cresce l'attesa e insieme la preoccupazione per le migliaia di persone che resteranno verosimilmente senza lavoro. Secondo il quotidiano Komsomolskaia Pravda, quasi mezzo milione di addetti del settore - fra manager, croupier, guardie, inservienti - perderanno il lavoro.
A Mosca, dove si calcola che i nuovi disoccupati saranno all'incirca 48 mila, aprirà uno speciale Ufficio di collocamento destinato ai soli ex dipendenti delle case da gioco. Una ragazza, impiegata come croupier in uno dei casinò della capitale, ha detto al giornale di guadagnare alcune migliaia di dollari al mese. «Dubito che sarà lo stesso dopo la chiusura delle sale da gioco. Mi hanno proposto un incarico di amministratore di un fast-food a 20 mila rubli al mese (circa 500 euro)», ha detto la ragazza al giornale. Una legge voluta dall'allora presidente Vladimir Putin e approvata dalla Duma (Camera bassa del Parlamento) nel dicembre del 2006, impone la chiusura di casinò e case per il gioco d'azzardo, che saranno concentrati in sole quattro aree - quattro Las Vegas - dell'immensa Federazione russa: la regione di Kaliningrad, l'enclave russa sul Baltico incuneata fra Polonia e Lituania, quella dell'Altai, nella Siberia meridionale, la regione dell'Estremo oriente russo (Primorski Krai) e quella al confine tra le regioni di Rostov sul Don e Krasnodar, nel sud della Russia.
Oggi il vicesindaco di Mosca, Serghiei Baidakov, ha detto che nella notte fra il 30 giugno e il primo luglio in tutti i quartieri della capitale verranno eseguiti severi controlli e sopralluoghi per verificare il rispetto dell'ordine di chiusura della sale da gioco.

Solo a Mosca esistono attualmente 524 grandi centri per il gioco d'azzardo, compresi 29 casinò, con un giro di affari stimato in diversi miliardi di dollari.

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