Ryanair finisce sotto esame per lavoro illegale in Francia. Le indagini , riferiscono fonti giudiziarie, riguardano anche prestito illegale di manodopera, occupazione illegale del personale di bordo e ostacoli all'esercizio dei diritti sindacali. Il fascicolo era stato aperto lo scorso aprile, dopo una denuncia dell'Ufficio centrale contro il lavoro illegale, che a sua volta è stato sollecitato da altri organismi specializzati. L'accusa è che circa 120 dipendenti della compagnia, tra cui anche diversi piloti, lavorano in Francia sotto contratto irlandese. Mentre secondo la legge nazionale avrebbero dovuto essere dichiarati sul territorio francese, visto che Ryanair ha fatto dell'aeroporto Marseille-Provence, la sua prima base transalpina.
Il 20 maggio, il patron di Ryanair, Michael O'Leary, aveva minacciato di lasciare Marsiglia se la giustizia fosse andata avanti nel dossier. «Se la giustizia ci metterà sotto esame - aveva detto - chiudiamo la base e pazienza per i posti di lavoro e per i passeggeri». O'Leary aveva anche spiegato che i 120 dipendenti di Ryanair «pagano le tasse, la loro pensione e l'assistenza sociale in Irlanda, in conformità con le norme europee». In questa vicenda, aveva concluso, «il solo vincitore sarà Air France, che avrà così eliminato un altro concorrente, mentre 1.000 posti di lavoro locali verranno bruciati e vedremo crollare il traffico passeggeri».
In particolare, Ryanair contesta un decreto del 2006 che stabilisce di sottoporre al diritto francese tutto il personale di bordo delle compagnie straniere basate in Francia.
Ryanair nel mirino della giustizia francese. L'accusa: «lavoro illegale»
Le indagini, riferiscono fonti giudiziarie, riguardano anche prestito illegale di manodopera, occupazione illegale del personale di bordo e ostacoli all'esercizio dei diritti sindacali.
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