Sacerdoti anziani, la Lombardia propone l'assistenza a domicilio

Sono 5.286 i sacerdoti diocesani lombardi. La loro età media sfiora i 60 anni ed è destinata ad aumentare. Si tratta di persone che hanno sacrificato la vita per gli altri e ora rischiano la solitudine

Chi non conosce un anziano parroco pronto alla pensione? A differenza del passato, però, le perpetue non abbondano e la solitudine spesso insidia gli ultimi anni di persone che hanno dedicato la vita agli altri: nel confessionale, dall'altare, all'oratorio, ma anche soltanto per quattro chiacchiere nei momenti di bisogno. Uno studio concentrato sulla Lombardia dà la misura della questione, che è sempre più centrale.
Secondo l'ultima rilevazione di fine 2008, sono 5.286 i sacerdoti diocesani lombardi. La loro età media sfiora i 60 anni ed è destinata ad aumentare. La Conferenza Episcopale Lombarda e l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano hanno realizzato una ricerca dal titolo «La vecchiaia che vorrei» e a presentare i risultati sono arrivati anche l'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, e l'assessore regionale alla Famiglia, Giulio Boscagli.
«Il tema dell'invecchiamento dei sacerdoti fa parte del più ampio tema dell'invecchiamento della popolazione lombarda e italiana che rappresenta una delle sfide più grandi di questi anni e che richiede un ripensamento dell'attuale sistema di welfare» ha spiegato Boscagli, estendendo la questione ai numerosissimi anziani che popolano le nostre città. Oggi in Lombardia sono oltre 900.000 le persone con più di 75 anni e ogni anno aumentano di circa 30.000. I conti sono presto fatti: entro il 2050 l'incidenza delle persone con più di 80 anni sul totale della popolazione raddoppierà.
La novità positiva è che migliora la qualità dell'invecchiamento e le persone anziane possono contribuire maggiormente alla vita della società. Certo, non mancano gli aspetti difficili, come sanno tutti coloro che hanno un anziano in casa o in famiglia.
La Regione Lombardia punta buona parte delle proprie risorse sull'assistenza domiciliare. E in questo senso coopera con i sacerdoti, molti dei quali desiderono proprio una vita in comunità ma nelle case in cui sono cresciuti e hanno operato.

Spiega Boscagli: «Il percorso che stiamo intraprendendo sposta l'attenzione dall'offerta alla domanda e in questo si inserisce a pieno titolo il lavoro che stiamo portando avanti con la Conferenza Episcopale Lombarda, l'Unione Superiore Maggiori d'Italia e la Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori per individuare le forme migliori di assistenza per sacerdoti e religiosi all'interno delle proprie comunità di vita».

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