Politica

La saga del falso moralismo

Non c’è niente di più insopportabile dei moralisti. Non c’è niente di più triste delle interferenze dell’azione giudiziaria con la sfera privata, scambiando i peccati per reati e violando in modo clamoroso e inaccettabile le regole della privacy per cui è stata istituita persino una Authority. Così il caso Sottile, che non è niente se non una questione privata, è diventato una violenza della legge contro il cittadino, un abuso, e probabilmente, un vero e proprio reato, da perseguire non attraverso le censure del Csm, ma una vera e propria azione legale. Sul piano politico il caso Sottile ha dato origine ad altre forme di indebito moralismo come quelle espresse in una intervista a La Stampa dal senatore Fisichella. L’intervista al fondatore di Alleanza nazionale ora, coerentemente, esponente della Margherita (ed infatti pur stando a sinistra, dichiara di essere di destra) in prima pagina su La Stampa di giovedì scorso è introdotta (allargando il campo della diffamazione) con il titolo «Fisichella e il caso Sottile». Mi pare che il serenissimo senatore non faccia riferimento diretto al povero Sottile, ma le sue affermazioni descrivono un quadro di sconfortante tristezza: «An è senza valori. Ha una classe dirigente di cinquantenni che non credono più a niente... mentre i vecchi capi missini credevano in alcuni grandi valori, giusti o sbagliati che fossero, questi giovani rampanti non credono più in nulla».
Personalmente non credo che la crisi di Alleanza nazionale possa essere collegata in alcun modo al linguaggio sapido e brutale della moglie di Fini o alle vicende del povero Sottile. Per sfortuna di Fisichella, nello stesso giorno della sua intervista, il Corriere della Sera titolava in prima pagina: «Il giudice. Sottile e il sesso, non era reato.. niente concussione... l’Ordinanza: la ragazza non fu costretta». In poche parole quello che sapevamo tutti e, prima di tutti, i magistrati di Potenza. Inutile anche la vana ricerca del reato legato al luogo: «Atti sessuali alla Farnesina o a Palazzo Chigi» (e se compiuti nella toilette?) niente di niente. La ragazza si è offerta (se si è offerta) per riconoscenza. Sottile non ha chiesto nulla. La ragazza è stata costretta, in un interrogatorio (!) a raccontare fatti personali, e la sua deposizione è apparsa sui giornali. Una cosa enorme, disgustosa. Un evidente abuso di potere. Quello che non ha fatto Sottile. E poi: quando mai un portavoce è una figura istituzionale? Chi ha detto che Sottile avesse un qualche potere formale, se non suggestivo, e legato alle sue conoscenze? Lo scandalo è l’inchiesta. Peccato che Fisichella non se ne accorga e cada nel gioco di chi lo intervista per rimestare nel torbido.
Il titolo del Corriere è impressionante. Ma se anche l’inchiesta dovesse continuare, sappiamo tutti che essa finirà nel nulla esattamente come l’autorevole giornale sin d’ora annuncia. Altrove leggiamo solo della scarcerazione di Sottile. Non della esclusione del reato. Intanto, però, per due settimane abbiamo visto Sottile alla gogna soltanto perché è stato gentile con una ragazza che gli sembrava bella e piacente. E che ricambiava, come voleva, la sua amicizia. È intollerabile che tutto questo diventi un reato, mortificando una persona che ha gli stessi impulsi del suo inquisitore e che, certamente, non è morboso. L’interrogatorio di Woodcock è una pagina di letteratura freudiana; nulla ha a che fare con l’attività giudiziaria. Così come l’arresto a Potenza dopo 15 ore di viaggio in automobile da Lecco, per Vittorio Emanuele. Oggi si apprende che l’inchiesta è stata trasferita a Como, competente per territorio, e che il principe poteva essere arrestato a pochi chilometri da dove l’hanno arrestato. Ma doveva poi essere arrestato? Era necessario? C’era pericolo di fuga per chi aveva tanto tenacemente desiderato ritornare nella sua patria? Si ha la sensazione di un reato come sfregio, come dichiarazione di indifferenza ai simboli del potere (anche un piccolo potere come quello di una dinastia decaduta), poteri di rango, di censo.
Di fronte ad un evidente sprovveduto con qualche presunzione di furbizia, come Vittorio Emanuele, l’arresto appare sproporzionato, così come la tradotta a Potenza. Non diverso l’arresto di Sottile, perché legato a Gianfranco Fini, per le dichiarazioni di Cristiano Malgioglio! Lo schema sembra essere: noi non guardiamo in faccia a nessuno. Salvo Sottile non era uno qualunque, raccomandava in quanto portavoce di Fini. E allora? Tutto finirà nel nulla: gli sputtanati saranno sputtanati ma non condannati. È stata la grande saga del moralismo. E Fisichella non ha perso l’occasione di celebrarla, già pronto per il busto marmoreo al Senato. In realtà ha perso una buona occasione per tacere. Perché il vero reato è un altro. Ne sono vittima tutti i cittadini che pagano le tasse. Se quello di Sottile non era reato, come anticipa il Corriere, che senso aveva spendere miliardi in intercettazioni? Abbiamo saputo che la Procura di Potenza (figuriamoci le altre), per ben due anni, ininterrottamente, ha speso 4.600 euro al giorno di intercettazioni, pagando il servizio con fondi che evidentemente non mancano. Poi abbiamo avuto la possibilità di verificare, attraverso le pubblicazioni sui giornali, il tenore di queste intercettazioni. Parolacce, battute da caserma (e per ciò stesso non illegali), sbruffonerie, cialtronerie. Pochi valori, nessun reato. È una spesa dello Stato, circa mezzo milione di euro, un miliardo delle vecchie lire, probabilmente superiore al volume della truffa delle slot-machine. I cittadini devono pagare per una inchiesta su quattro biscazzieri in un casinò che serve solo a diffondere malinconia e squallore.

Ma i magistrati che hanno speso i danari per una inchiesta sbagliata e inconcludente, che non erano competenti per territorio, cosa pagheranno mai? Noi paghiamo, loro spendono. Quando mai verranno processati per abuso di potere e diffamazione, quando il loro stesso Procuratore Capo li sconfessa, quando il tribunale di Roma libera quelli che loro hanno arrestato? E, per loro, perché i moralisti tacciono? Non ci sarà anche per loro un Fisichella, di destra e di sinistra? I cattivi sono veramente Vittorio Emanuele e Salvo Sottile?

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