Dottor Campagnoli, presidente di BolognaFiere, perché avete deciso di dedicare il Salone dell'edilizia alla ricostruzione dell'Italia?
«In maggio l'Emilia Romagna è stata colpita dal terremoto e ora, assieme al dovere di rispondere alle esigenze della ricostruzione, c'è la necessità di avviare una svolta radicale nel modo di costruire. Per questo, abbiamo ritenuto di rinnovare la missione e il profilo del Saie che è da oltre 40 anni il punto di ritrovo storico dell'industria dell'edilizia in Italia. Ricostruiamo l'Italiaè il titolo che abbiamo scelto per evidenziare gli obiettivi che il nuovo Saie vuole condividere con i protagonisti del mondo delle costruzioni. In edilizia, come in altri settori, nel nostro Paese davvero niente può essere più come prima e, quindi, BolognaFiere intende dare un contributo a questo cambiamento così necessario».
Come è nato e quali sono gli obiettivi del Forum che si svolgerà durante il Saie?
«BolognaFiere, assieme alla nostra Regione , al Comune de L'Aquila e alla Regione Abruzzo, ha lanciato la proposta di un Forum che avvii una riflessione sui nodi dei nuovi modi di progettare edifici residenziali, pubblici e industriali, del costruire sostenibile, in termini ambientali ed energetici, delle nuove regole per la sicurezza».
E avete trovato riscontro?
«Al Forum hanno aderito tutti i protagonisti nazionali, dall'Ance ai Consigli nazionali di architetti e ingegneri, alla Rete di ricerca dell'Emilia Romagna e dell'Abruzzo per l'edilizia, alla rete nazionale ReLuis dei Dipartimenti di ingegneria sismica, al Cnr, all'Enea e tanti altri».
Quali le altre novità del Saie?
«Siamo convinti che un impegno serio per il rilancio dell'industria edilizia abbia bisogno anche di un appuntamento fieristico specializzato che sia il luogo per promuovere, conoscere e diffondere vere soluzioni innovative. Saie 2012 sarà il Salone dell'edilizia innovativa, delle tecnologie da cantiere, assieme all'ingegneria del territorio e per l'ambiente. Con il Forum sarà realizzata una vera e propria Scuola che prende il nome di Green Habitat, curata da Norbert Lantschner: una due giorni di full immersion nell'informazione, nella formazione e nella dimostrazione pratica delle tecnologie messe in campo dalle imprese per il risparmio e l'efficienza energetica con esperti italiani e internazionali».
Quali sono le prospettive del mercato dell'edilizia in Italia?
«Dopo una lunga fase espansiva dal 1995 al 2006, il mercato ha registrato un periodo di recessione che dura ancora oggi. Tra il 2006 e il 2012, si è contratto del 30% in termini di compravendita sul residenziale (con una riduzione degli investimenti del 21%) e una riduzione del 20% degli interventi pubblici per infrastrutture tra Stato ed enti locali. Per individuare le prospettive del mercato dell'edilizia bisogna partire da questo scenario che, peraltro, rappresenta un cambiamento di struttura».
Anche all'edilizia serve una svolta per uscire dalla crisi?
«Certo. Le prospettive del mercato non possono nascere che da una riconfigurazione, mettendo in primo piano gli interventi di riqualificazione del costruito in chiave d'efficienza energetica, sostenibilità e sicurezza. Il patrimonio immobiliare italiano è obsoleto, il 55% degli edifici ha più di 40 anni, percentuale che sale al 69 nei Comuni capoluogo e al 76 in quelli metropolitani.
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