Il cancro? Sarà sconfitto entro il 2050

Secondo una ricerca congiunta di due Università londinesi i tumori saranno vinti nei prossimi decenni a patto di finanziare la ricerca e insistere con la prevenzione

Il cancro? Sarà sconfitto entro il 2050

Il cancro sarà debellato entro il 2050. Nei prossimi 35 anni, dunque, è in arrivo una delle più grandi rivoluzioni della medicina. Ad annunciarlo, come scrive l’Indipendent, sono i ricercatori dell’University College London (UCL) e della King College London, che assicurano: i decessi dovuti a tumori saranno eliminati entro la scadenza fissata.

Il tutto, però, con un’eccezione e a una condizione. Anzitutto, la guarigione dal brutto male non è garantita per gli over 80. Poi, le conquiste ottenute con la prevenzione e il trattamento dovranno essere conservate e (possibilmente) implementate, così come i finanziamenti alla ricerca. Ma già su questo punto gli esperti di oncologia rinfacciano al National Healt Service di razionare i trattamenti innovativi. Dai piani alti del NHS fanno comunque sapere che si lavora quotidianamente per rimanere all’avanguardia, tant’è che è in rampa di lancio una “Cancer Taskforce per migliorare i tassi di sopravvivenza e salvare migliaia di vite” garantendo l’accesso ai farmaci e alle terapie più performanti.

“Il calo dei fumatori , diagnosi precoci più rapide e cure farmacologiche, radiologiche e chirurghe migliori hanno ridotto dell’1% il tasso annuale di mortalità per cancro rispetto al 1990”. Un trend che potrebbe viaggiare a ritmo più elevato.

Il quotidiano riporta dunque le parole di David Taylor, professore emerito della UCL e autore del rapporto “Vincere il cancro nel XXI secolo”: “Siamo a un punto speciale nella storia perché i tumori sono prossimi a diventare prevenibili e a essere curati in maniera efficace”, aggiungendo che sarebbe una sconfitta per l’economia britannica se la scoperte contro la malattia non raggiungeranno i pazienti di tutto il mondo.

Niente pillola magica, ma un continuo lavoro di rafforzamento delle conquiste fatte: “Abbiamo fatto molto, ma possiamo fare anche meglio” continua Taylor, che sollecita l’incremento ai fondi di ricerca. E infatti, dati alla mano, la spesa per la cura dei tumori nel Regno Unito è pari al 7% di quella totale del NHS.

Alla voce di Taylor si somma quella della genetista Jennifer Gill (sempre della UCL), che spiega come le mutazioni genetiche che causano il cancro – sia ereditate sia provocate dallo

stile di vita – saranno comprese meglio nei prossimi decenni. “Al momento solo la metà dei 70mila britannici che sta subendo una mutazione del gene BRCA, responsabile del tumore al seno o alla prostata, ne è a conoscenza”.

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