Salute

Diabete, in Italia arriva il farmaco di ultima generazione

Il nuovo medicinale va somministrato una sola volta a settimana, indipendentemente dai pasti. Ecco di cosa si tratta

Diabete, in Italia arriva il farmaco di ultima generazione

È ora disponibile anche in Italia il farmaco di ultima generazione per i pazienti con diabete di tipo 2. Sono oltre 4 milioni gli italiani che potranno così fare uso di Semaglutide, il medicinale agonista del recettore del Glp-1, rimborsato dal Servizio sanitario nazionale.

Il nuovo farmaco di Novo Nordisk si somministra attraverso un'iniezione da eseguire con una penna pre-riempita una sola volta alla settimana, senza dover attendere i pasti. La durata del suo effetto è infatti di 150 ore. "Sono circa 3,4 milioni di pazienti in Italia con diabete di tipo 2 rilevati da Istat nel 2017, pari al 5,7% della popolazione nazionale. A loro vanno aggiunte circa 1 milione di persone che hanno la malattia, ma non ne sono consapevoli", ha spiegato ad AdnKronos Stefano Del Prato, professore di Endocrinologia all'Università di Pisa.

Per i ricercatori che hanno realizzato numerosi studi clinici, fino al 79% dei pazienti raggiunge l'obiettivo terapeutico.Il documento di consenso delle società scientifiche americana ed europea Ada/Easd 2018 riconosce quindi semaglutide come una valida ed efficace opportunità già in una fase precoce del trattamento. Semaglutide, rispetto ai farmaci disponibili, unisce una superiore efficacia nel controllo della glicemia e del peso corporeo a benefici per il cuore.

Un punto di forza di farmaco è la riduzione del rischio cardiovascolare, "la prima causa di morte e disabilità nel diabete tipo 2 a livello mondiale. Una persona con diabete tipo 2 ha un rischio di andare incontro a coronaropatia o infarto sino a quattro volte superiore alle persone sane", ha spiegato Angelo Avogaro, professore di Endocrinologia e Malattie del metabolismo all'Università degli Studi di Padova.

L'efficacia dimostrata su controllo glicemico, peso corporeo e riduzione del rischio cardiovascolare, associate alla possibilità di somministrarlo una sola volta a settimana rendono dunque questo farmaco semplice da utilizzare. "Le sue caratteristiche cliniche lo rendono indicato e dunque utilizzabile nel paziente non adeguatamente controllato, sin dalle prime fasi della cura del diabete tipo 2", ha concluso il professor Avogaro.

Il diabete di tipo 2

Quella di tipo 2 è la forma di diabete più frequente (rappresenta il 90% dei casi). Per il 2030 si prevedono più di 400 milioni di pazienti in tutto il mondo. Come riporta Humanitas, il rischio di sviluppare la patologia aumenta con l'età, con la presenza di obesità e con la mancanza di attività fisica.

Inoltre, anche la familiarità per la patologia sembra giocare un ruolo importante.

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