Via al progetto CardioGen che usa cellule staminali contro malattie cardiache

A Trieste parte il progetto che durerà tre anni e impiegherà 20 persone

Via al progetto CardioGen che usa cellule staminali contro malattie cardiache

Prende il via il nuovo progetto di ricerca e assistenza cardiologica avanzata. A Trieste, il Centro internazione per l'ingenieria genetica e le biotecnologie (Icgeb) e l'ospedale di Cattinara inizieranno la sperimentiazione "CardioGen", finanziata anche dalla Fondazione CrTrieste.

Due gli obiettivi del progetto: innanzi tutto di cercherà di usare le tecniche di sequenziamento del Dna per creare cellule staminali personalizzate, così da individuare la migliora terapia per ogni individuo; inoltre, il progetto punta allo sviluppo di nuove terapie basate sui geni, per stimolare la rigenerazione cardiaca, dopo un infarto. Mauro Giacca, direttore generale di Icgeb, spiega che "a partire da una singola cellula del sangue o della pelle è oggi possibile ottenere per ogni paziente una coltura di cellule staminali personalizzate, che poi possono diventare cellule contrattili del cuore. Oltre a questa medicina di precisione, porteremo anche avanti i nostri studi sulla possibilità di rigenerare il cuore dopo un infarto, un traguardo che oggi sembra possibile grazie alla scoperta di piccoli Rna in grado di rimettere in moto il meccanismo di proliferazione delle cellule cardiache".

Il progetto "CardioGen" porterà, in questo modo,"la ricerca dal laboratorio alla cura del paziente", come spiega un comunicato della fondazione CrTrieste. Il Friuli Venezia Giulia in generale e Trieste in particolare è tra i primi posti in italia per le malattie cardiovascolari: "Negli ultimi 10 anni, nell'unità di terapia intensiva cardiologica di Cattinara sono stati accolti oltre 1.

200 casi di infarto del miocardio acuto nonchè numerose patologie cardiovascolari ereditarie, tutti settori che troveranno nuovo impulso grazie a questo progetto".

Il progetto durerà tre anni, prima dei primi traguardi applicativi, e coinvolgerà più di 20 persone tra medici, ricercatori e specializzandi.

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