Samsung è ancora più Galaxy in una battaglia a colpi di gioielli

nostro inviato a Londra

La verità è che la vita non è nulla senza competizione. Per dire: nel ciclismo da noi c’è stato Coppi contro Bartali piuttosto che Moser contro Saronni, e adesso che è un po’ tutti contro tutti sembra proprio che manchi qualcosa. Lo stesso discorso vale per tante cose, c’è chi ama Messi e chi Cristiano Ronaldo, chi vota a destra e chi pensa a sinistra, chi va solo a alla Scala e chi non salta un concerto rock, chi si guarda indietro con nostalgia e chi spera nel futuro.
Ecco, appunto, i partiti che dividono la vita in due sono il sale del progresso, ed è per questo che anche nel mondo della tecnologia, la «guerra» - tra virgolette, naturalmente - tra i fanatici di smartphone sta vivendo il suo momento di massimo splendore. Si parla di Samsung e di Apple, naturalmente, due facce dello stesso business, aziende diventate rivali, praticamente nemiche, e per questo dipendenti una dall’altra. Non è un caso infatti che mentre in tutti i quartier generali dei produttori coreani si parla dei competitor come «l’altra azienda» (senza pronunciarne mai il nome), a Cupertino si ritiene addirittura di non avere avversari. Sapendo che non è vero.
Così alla fine Samsung, che rappresenta circa il 70 per cento del Pil di tutta la Corea del Sud (producendo un’infinità di cose) e che ormai ha superato tutti come fetta di mercato della telefonia mondiale, non può che essere lo specchio di Apple, che con una sola linea di prodotti - i Phone e iPad - ogni trimestre registra vendite stratosferiche. Competizione, appunto. Questo per dire che l’evento in cui Samsung ha presentato il suo nuovo gioiello, ovvero il Galaxy SIII (per le cui specifiche si rimanda ad un box a parte), non può non essere preso come un termine di paragone, sia perché il nuovo smartphone Android è stato presentato come «the next big thing» e la cosa è stata già fatta molto tempo fa da Steve Jobs, sia perché il prodotto è davvero - per alcuni versi - all’altezza, se non superiore, del suo vero rivale. L’iPhone, appunto.
Ed è proprio per questo che dire quale sia il migliore è esattamente inutile: ci sarà sempre chi tifa per il prodotto culto in formato iOs e chi invece non può fare a meno dell’ultimo Galaxy sul mercato, ma siccome - com’è giusto che sia - i due partiti non si intrano mai, ecco che le due aziende andranno avanti per la propria strada, migliorandosi per superare l’avversario in una lunga autostrada senza casello finale. Nello specifico il megaevento (forse anche troppo mega) studiato da Samsung a Londra in vista delle Olimpiadi di cui è partner, ha rivelato uno smartphone davvero di alta qualità, la cui sorpresa è rappresentata dal modo in cui si interagisce con lui. Ovvero: Galaxy SIII «legge» il movimento degli occhi restando acceso ogni volta che lo si guarda, così come consente di chiamare una persona a cui si sta inviando un sms soltando accostandolo all’orecchio. Insomma interagisce, visto che parla e risponde ai comandi così come fa l’iPhone con Siri: la differenza è che in questo caso lo fa anche in italiano (lingua che Apple supporterà solo nel corso dell’anno), risultando però meno spigliato nelle risposte (a Cupertino hanno più humor che in Corea). In più permette di mettersi in contatto con amici e parenti solamente facendo un «tap» sulla foto o di fare una serie di fotografie a scatti ravvicinatissimi per poter scegliere quella migliore. Con uno schermo di altissima qualità e un retro però di materiale inferiore ai rivali per essere più sottili e meno pesanti. E questo è il punto. Perché in pratica se la concorrenza è appunto il sale della vita, la sfida tra Samsung e Apple è il benessere di un mercato che non conosce crisi.

Tant’è che perfino sul profilo Facebook di Samsung la stessa azienda mette un freno agli insulti dei fan incalliti contro gli «odiati» avversari: «Ragazzi - si legge - scegliete bene ma rispettate tutti». Soprattutto, s’intende, chi ti aiuta ad aumentare il fatturato.

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