Il «Tout le monde déteste la police», manifesto di molti trapper, è la versione aggiornata del vecchio «Acab». Con la differenza che prima l'odio per la polizia era il credo di un gruppetto di antagonisti e frequentatori delle curve. Oggi invece è il punto d'orgoglio di un'intera generazione di certi quartieri, San Siro in testa. In questa fetta di banlieu se hai meno di trent'anni e vuoi far parte del giro, non puoi parlare con gli «sbirri» e devi insultarli alla prima occasione, possibilmente in diretta Instagram. I capi gang e i trapper hanno migliaia di follower e i loro brani raccolgono milioni di visualizzazioni. Spesso hanno origini nordafricane oppure sono di seconda generazione. Se e quando finiscono in galera, se ne vantano e postano foto dalla cella o video con il braccialetto elettronico stretto alla caviglia.
A Capodanno intorno a piazza Selinunte si è scatenato l'inferno contro gli agenti intervenuti dopo che gruppi di giovani avevano accatastato vecchi mobili in mezzo alla strada e gli avevano dato fuoco. Il film della nottata è finito sui social sotto il titolo «San Siro come Baghdad». I poliziotti sono finiti al centro di una sassaiola e alcuni protagonisti della rivolta si sono ripresi mentre sparavano colpi di pistola ad altezza uomo e in direzione delle forze dell'ordine. Pochi giorni dopo la Squadra mobile ha perquisito la casa di Keta, trapper 22enne di origini tunisine, denunciato a piede libero per porto abusivo di arma e oltraggio a pubblico ufficiale. Gli agenti hanno trovato e sequestrato la scacciacani, riproduzione fedele di una pistola semiautomatica, che si vedeva nella diretta Instagram fatta dal ragazzo durante i disordini di fine anno.
San Siro zona franca non è l'unico esempio in città di quartieri in cui le forze dell'ordine operano a proprio rischio. Due giorni fa in via Padova la polizia che provava ad arrestare un rapinatore è stata presa di mira da chi voleva far fuggire il 17enne. Le baby gang come la «Z8» la fanno da padrone anche in piazza Prealpi, dove i boss del passato hanno lasciato il posto a ragazzini che spacciano, insultano la polizia e fanno video per i social. Su profili come «Milano bella da dio» e «Welcome to Favelas» imperversano filmati di minacce e oltraggi alle divise da parte di ventenni e «maranza».
Al Corvetto a girare un video che ha fatto scalpore è stato un residente dalla finestra. Mostra due Volanti ferme in strada e gli agenti che stanno per caricare una persona arrestata.
Ma quello che attira l'attenzione è il poliziotto che gira l'angolo per un controllo e dopo pochi secondi torna indietro di corsa, avvisando i colleghi che è meglio andare via. Tutti salgono in auto e si allontanano velocemente. Dietro quell'angolo si era radunato un gruppo di persone che aveva intenzione di ribellarsi all'arresto dell'uomo di poco prima.
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