Il difficile compito di riorganizzare la sanità nel Lazio, oltre ai problemi economici e di bilancio sui quali ci siamo soffermati, ha anche un aspetto tecnico-programmatorio: intanto servirebbero più adeguati sostegni tecnici da parte dellAgenzia di sanità Pubblica (Asp); e poi bisognerebbe ridefinire secondo nuove modalità la «catena di comando» che è da sempre il punto di debolezza del sistema del Lazio. Sotto questo profilo dai tempi del passaggio dai vecchi enti alle Usl e poi alle Asl, lavvio delle nuove entità aziendali è stato reso difficile da due fattori principali: linvadenza spregiudicata della politica nella gestione, lassenza di una classe manageriale in sanità in grado di esprimere competenza e indipendenza dai politici. Il Lazio ha sofferto, sotto tali profili, molto più di altre regioni e a questo tipo di problema vanno date risposte convincenti dal governo regionale di centrodestra, in particolare decidendo di fare piazza pulita dei vecchi manager responsabili in larga parte del disastro organizzativo ed economico della regione.
Bisogna in altre parole andare con fermezza verso una gestione delle aziende che privilegi competenze e capacità dimostrate rispetto alla sola appartenenza politica. Per pervenire a tali risultati è necessario un tempo tecnico non brevissimo e un piano operativo articolato che però stride con la necessità di conseguire risultati di rientro economico immediati.
Alla nomina del commissario regionale, per la gestione della Sanità, si dovrebbe accompagnare, in successione, un commissariamento delle aziende sanitarie, posto in capo a personaggi esperti e capaci, in grado di innestare o proseguire dove possibile i percorsi di risanamento e le azioni in un contesto aziendale per ora stabile, rinviando ad una fase successiva lopzione di riazzonamento che, se attuata subito, per taluni aspetti rischierebbe di rinviare di dodici-diciotto mesi il conseguimento dei risultati economici, per la complessità connessa al ridisegno gestionale delle aziende stesse. Un commissariamento immediato delle attuali aziende, in attesa di selezionare con grande attenzione i nuovi direttori generali tra manager di sicura competenza, che diano piene garanzie, potrebbe rendere incisiva la semplificazione della catena amministrativa, alleggerire i processi decisionali, rendere più celere l'esecuzione degli atti affidati dal commissario.
Un apposito staff tecnico a livello regionale, composto da specialisti di riconosciuta competenza nei diversi ambiti (economico, gestionale, sanitario-organizzativo), dovrebbe poi essere costituito quale interfaccia operativa per coordinare l'attività dei commissari di Azienda, attraverso un rigido cronoprogramma operativo e sotto la diretta responsabilità del commissario. Passando alle questioni di scenario è bene ricordare che il Lazio è fortemente in ritardo con lattuazione dei processi di accreditamento istituzionale degli erogatori di prestazioni sanitarie, quale strumento di selezione e riduzione dei soggetti erogatori. Tale processo deve essere concluso con la massima urgenza per supportare il ridisegno dellassetto dei soggetti pubblici e privati. L'accreditamento consente infatti di regolare in forma diretta i rapporti preesistenti con i soggetti accreditati, modificandone il contenuto quali-quantitativo (prestazioni) ed economico (corrispettivi) sulla base della misurazione dei livelli di inappropriatezza e delle disponibilità di risorse compatibili con l'attività di rientro. Nella fase iniziale, ma fondamentale, dell'attività di rientro dal debito che dovrà iniziare dai prossimi mesi estivi per non pregiudicare gli obiettivi economici 2010, in luogo del previsto processo di riazzonamento delle aziende, che appare perciò da rinviare alla seconda fase della legislatura, è necessario attuare una gestione centralizzata del personale del Ssr di altre funzioni amministrative comuni alle aziende sanitarie. Il personale è senza dubbio uno dei più importanti fattori di produzione del sistema sanitario. Gli interventi di riconversione, diversa destinazione, e specializzazione di alcune strutture ospedaliere del Lazio, comporteranno l'esigenza di riallocare le risorse di lavoro liberate, all'intero delle strutture ancora attive. Tale intervento permette di superare in parte il meccanismo del blocco del turnover. Il processo progressivo di accentramento di alcune funzioni amministrative, pur nella salvaguardia dei principi privatistici di autonomia aziendale, potrebbe essere estesa ad altre funzioni che sono attualmente replicate in ogni azienda sanitaria, con la costituzione di un Centro servizi regionale, allo scopo di razionalizzare la gestione dei servizi tecnico amministrativi di supporto alla funzione sanitaria.
(*) Coordinatore vicario regionale del Pdl
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