"Dopo l'infortunio sono rinato grazie a Jova". Gianni Morandi si racconta

Il nuovo album "Evviva!" lancia i concerti nei palasport: "Io smettere? Non ne sono capace"

"Dopo l'infortunio sono rinato grazie a Jova". Gianni Morandi si racconta

Caro Morandi, mai pensato di ritirarsi?

«Se smetto poi non riparto più. Cosa faccio, sto a casa davanti alla tv con la copertina sulle ginocchia?».

Per carità, magari solo rallentare.

«Non sarei mai capace di stare fermo. Poi finché la gente compra il biglietto per sentirmi cantare... Un cantante se non canta che cosa fa?».

Un disco e un tour.

«Tanto per la scaletta non ho problemi di repertorio. Oltre a quattro o cinque brani nuovi, posso sceglierne tra quelli che ho pubblicato dal 1962 al 2023».

Difficile trovare un 78enne con 61 anni di carriera che abbia la stessa carica di Gianni Morandi. Non riesce ancora a chiudere bene la mano destra, che ha una sorta di «stimmate» al centro e la pelle lucida delle ustioni, eppure sprizza positività da ogni sorriso. Poi adesso, dopo aver cocondotto un Festival da record con Amadeus, ha un disco pronto (si intitola Evviva!) e un tour nei palasport che sarà una festa (parte il 10 a Rimini, poi Milano, Roma, Firenze, Torino ecc). Insomma è un'agenda da artista rampante, non da leggenda del pop che ha brani cantati da tre generazioni: «Mi fa impressione sentire che le conoscono anche i bambini. Credo che quando arriverò in Paradiso metteranno Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte». Nel nuovo disco la canta in versione riveduta e corretta con Sangiovanni ma «per un po' l'avevo persino tolta dai miei concerti perché mi stava qui... Ma poi la gente la cantava lo stesso da sola e quindi mi sono rassegnato e l'ho rimessa». Dei tre gradi di celebrità fissati da Alberto Arbasino (giovane promessa, solito str..., venerato maestro) ha saltato direttamente il secondo e da decenni è «venerato maestro» anche se continua a parlare con l'umiltà dell'allievo. Io a San Siro? «Non sono una rockstar». Il compito dell'artista? «Cantare delle belle canzoni e fare sorridere le persone». Altro che lanciare messaggi, fare politica eccetera eccetera.

Però C'era un ragazzo che come me... aveva un forte messaggio di pace.

«Tempo fa in Russia mi hanno premiato perché quel brano raccontava di un popolo aggredito da un altro. Ora gli aggressori sono i russi».

Bonaccini, Schlein o X?

«Ho conosciuto Elly Schlein l'anno scorso quando cantò con me al concerto per l'Ucraina. Ora sono soprattutto contento che ci siano due donne ai vertici dei partiti più importanti del Paese».

Domani sarebbe il compleanno di Lucio Dalla.

«Nel 1963 facevamo concerti insieme. All'inizio ha faticato molto. Ricordo una volta che al Cantagiro io ero in testa alla classifica e lui in fondo. Dieci anni dopo la situazione si invertì. A me non chiamava più nessuno, lui era diventato uno dei cantautori più applauditi di tutti. Così va la vita».

Invece domenica saranno ottanta anni di Lucio Battisti.

«Mi mandò la seconda canzone che aveva composto con Mogol».

Per una lira?

«Non ricordo. Io però decisi di non cantarla».

E lui?

«Rispose: Vabbè dai, me la canto io. Poi ci ritrovammo al Cantagiro del 1968, io con Chimera, lui con Balla Linda».

Per tanti anni è stato persino difficile ritrovare la sua musica sulle piattaforme streaming.

«Dopo che si separò artisticamente da Battisti, ho parlato con Mogol che mi ha raccontato la sua richiesta di dividere i diritti delle canzoni al cinquanta per cento. Onestamente mi sembrava giusto e tanti cantanti si sono schierati con lui».

Uno dei brani che Morandi canta più intensamente è Uno su mille ce la fa.

«Nella vita di tutti ci sono alti e bassi e pure io ho passato momenti non proprio bellissimi. A un certo punto ho pensato che avessero cancellato il mio numero di telefono. Non ero preparato ad affrontare la situazione, anche se mio padre mi aveva ripetuto per anni che occhio, prima o poi finisce tutto».

La morale?

«Non ce la fa uno su mille. Ce la fa chi non si arrende e continua a combattere».

Infatti lei pubblica un altro nuovo disco.

«Tutto è nato il giorno del mio incidente alle mani. In ospedale ho ricevuto una telefonata di Lorenzo Jovanotti che mi fa: Ti mando una canzone, si intitola L'allegria, ascoltala e magari ti aiuta a sentirti meglio. È un bel brano anche se ha tantissime parole. Eh noi rapper facciamo così ha scherzato Lorenzo. Poi da lì è nata una collaborazione, sono andato al Jova Beach Party e abbiamo cantato insieme a Sanremo. Ora in questo disco ci sono cinque pezzi firmati da lui e duettiamo pure in Evviva!».

A proposito, il trio con Al Bano e Ranieri?

«Al Bano mi ha chiamato ieri per dirmi che lo scugnizzo è impegnato a teatro fino a ottobre e quindi non potremo fare concerti insieme fino ad allora. È da quando abbiamo cantato al Festival che si dedica molto a questa idea».

Già che ci siamo, Morandi torna a Sanremo?

«Più facile che vada in gara piuttosto che lo conduca».

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