Sant’Olcese i soldi li ha, tranne che per i bimbi

Sant’Olcese i soldi li ha, tranne che per i bimbi

(...) dell’Istruzione che hanno fatto notare come il pagamento dei libri delle elementari siano un obbligo di legge al quale un Comune non si può sottrarre. Come se decidesse di chiudere i rubinetti dell’acquedotto civico. Altra bordata l’ha incassata addirittura dalla Regione, quella Regione guidata dallo stesso centrosinistra che governa Sant’Olcese e che, pur non essendo certo in linea con il governo, ha ribadito di aver regolarmente versato i soldi per l’istruzione al Comune.
Cosa può fare il maialino di più? Dimostrare che il Comune di Sant’Olcese ha fatto questa sparata solo per motivi politici. Perché problemi di soldi non ne ha.
L’avanzo
Intanto la consigliera di opposizione, Patrizia Altobelli, fa notare che il Comune ha addirittura un avanzo di oltre 350mila euro. A questa obiezione replica l’assessore al bilancio Luigi Vassallo. «Quei soldi non sono un avanzo di cassa, ma un avanzo di amministrazione - ribatte - E con il patto di stabilità ci impediscono di usarli. Se potessi usarli, avrei già completato la casa comunale. In più non sono solo avanzi dello scorso anno, ma degli ultimi anni». E sia. Comunque soldi che avanzano a un Comune che non è alla canna del gas.
L’autosmentita
L’altra figuraccia, il sindaco se la fa fare da solo. Basta aprire il bilancio di previsione 2010 approvato dal Comune di Sant’Olcese. Pagina 26. Fornitura gratuita libri agli alunni scuole elementari: alla voce «previsioni definitive esercizio in corso» sono segnati 6.500 euro (esattamente quelli che il sindaco dice di non avere per colpa del governo). La stessa cifra è riportata alla voce «somme risultanti» per l’anno 2010. Per il prossimo saliranno addirittura a 6.597 euro e nel 2012 a 6.696. È il bilancio approvato dallo stesso Comune, dallo stesso sindaco. Che cioè se non li vuole più dare, compie una scelta dettata da volontà politica, non da necessità. I soldi ci sono.
Nulla di nuovo
Ripartiamo ancora dal fatto che la legge impone ai Comuni di pagare i libri delle elementari. Su questo punto obietta la dottoressa Tamara Pierini, responsabile del settore socio-sanitario-culturale di Sant’Olcese. «L’obbligo è stato istituito nel 1977 ma contestualmente lo Stato aveva creato un fondo dal quale attingere - accusa la dirigente - Questo fondo è stato incrementato fino al 1985. Da lì in poi questo fondo è sparito. Quindi i Comuni devono ritenersi liberi di fare quello che vogliono, di dare i libri sulla base delle loro scelte. Noi lo facciamo per chi ha redditi bassi e basta». Appunto. Il fondo non esiste più dal 1985. Eppure chissà perché proprio da quest’anno Sant’Olcese ha deciso di non pagare più i libri alle elementari. Ovviamente non perché è l’occasione di accusare Berlusconi il cattivone.
Altre spese
Qui il maialino torna a fare il suo lavoro. L’assessore Vassallo e la dirigente dicono che il Comune di Sant’Olcese ha già tagliato tutto il possibile, partendo dai loro stessi emolumenti. Allora meglio dare un’occhiata al bilancio 2010, già approvato.
L’«indennità di carica agli amministratori» passa da 80mila a 85mila euro. L’«indennità di presenza a consiglieri e amministratori» resta invariata a 1500 euro. Le spese di rappresentanza restano fisse a 2500 euro. Le spese per il «personale della segreteria» sale di quasi 6mila euro, quello della «gestione finanziaria» di circa 2mila, quello dei «servizi demografici» di 4.300 euro. Le «prestazioni per studi e consulenze servizi generali» crescono di 4mila euro.
Nel settore scolastico Sant’Olcese è peraltro da apprezzare, perché spenderà 1.500 euro in più per integrare la quota di refezione della scuola materna, addirittura più 8.760 euro per la refezione docenti, 4.646 per le borse di studio, 7.427 per l’assistenza scolastica.
I soldi ci sono per tutto, tranne che per i libri dei bimbi delle elementari. Chissà perché quei 6.500 euro, che peraltro secondo il bilancio approvato ci sono, vengono fatti sparire dal sindaco? Le spese per mostre, convegni, congressi salgono di 1.000 euro, c’è persino un «fondo di riserva» di 16mila euro. In un bilancio che chiude a 5 milioni e 747mila euro, la prima cosa che taglia il sindaco sono 6.

500 euro per i bimbi delle elementari. Come un padre di famiglia che guadagna 60mila euro l’anno e se gli abbassano un po’ lo stipendio, per prima cosa non compra 65 euro di regalo di Natale al figlio. L’importante è dirgli la verità.

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