È salito sul palco con i suoi giocatori simbolo, Massimo Moratti, per ritirare la grande medaglia d’oro che il Comune di Milano ha voluto assegnare all’Inter nel centenario del club nerazzurro. Con lui, dunque, a stringere le mani del sindaco Letizia Moratti (sua cognata) e del presidente del Consiglio Comunale Manfredi Palmeri sono andati anche Luis Figo, il capitano Javier Zanetti, e due grandi ex come Beppe Bergomi e Mariolino Corso. La moglie del presidente, Milly Moratti, (che in Consiglio comunale è stata eletta con l’opposizione nella lista del candidato del centrosinistra) è rimasta invece seduta nella seconda fila di poltrone del Teatro dal Verme dove si è svolta, come di consueto, la cerimonia. «Divertente come cosa» ha commentato la consegna da parte della cognata, prima di farsi serio e aggiungere che il premio (deciso con una mozione bipartisan in Consiglio comunale) dà un riconoscimento «a cento anni di orgoglio, di storia dell’Inter. Spero che la squadra continui su questa strada».
Tranviere eroe Non è però stato quello all’Inter il riconoscimento più applaudito dei 55 consegnati oggi. C’è stata una standing ovation per Pasqualino Di Carlo, il tranviere di 34 anni che lo scorso maggio per difendere una donna durante un’aggressione in viale Abruzzi è stato gravemente ferito da una coltellata. Nella motivazione del premio, la medaglia d’oro, è stato definito un eroe (e così lo ha chiamato anche il sindaco nel suo discorso), ma lui dice di non sentirsi così. «Ho solo fatto una cosa che dovremmo fare tutti - ha detto -. Meno indifferenza vuol dire meno criminalita».
Ovazione per monsignor Ravasi Anche alla consegna della Grande medaglia d’oro a monsignor Gianfranco Ravasi, storico prefetto della Biblioteca Ambrosiana prima di essere nominato dal Papa presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, tutti si sono alzati in piedi: sia il pubblico sia i capigruppo del Consiglio comunale che sedevano sul palco.
La sinistra cerca di rovinare la festa: ma non ci riesce Tre delle sedie loro riservate, però, oggi sono rimaste vuote: quella del capogruppo del Prc Vladimiro Merlin, quella del capogruppo della Lista Fo Basilio Rizzo e quella di Francesco Rizzati del Pdci. «Avremmo voluto essere presenti perché i premi riguardano tutta la città - ha spiegato Rizzo - ma non potevamo far passare sotto silenzio che per la prima volta un sindaco nell’esercizio e per l’esercizio delle sue funzioni è indagato.Non ci siamo per questo e per il mancato premio a Enzo Biagi».
Il sindaco: a Biagi medaglia d'oro nel 2008 Sull’assenza, Letizia Moratti ha glissato, ringraziando solo chi «dice che oggi è un giorno di festa» e promettendo che il prossimo anno fra i premiati con la medaglia d’oro alla memoria del Comune di Milano ci sarà anche il giornalista Enzo Biagi. «Lo proporrò l’anno prossimo» ha detto il sindaco. «La città ha ricordato Biagi, lo ricorda e lo ha sempre nel cuore. Oggi Milano ha ricordato tanti aspetti della città e anche tanti giornalisti che hanno saputo raccontarla, impegnandosi in inchieste e riuscendo a farci vedere aspetti che non vedevamo». Fra i premiati con la medaglia d’oro, quest’anno figurano fra gli altri, infatti, l’opinionista Natalia Aspesi di Repubblica, il giornalista Michele Brambilla, attuale vicedirettore de Il Giornale e Giangiacomo Schiavi del Corriere della Sera, oltre ad Antonio Ricci premiato per la trasmissione Striscia la notizia. «E come se avessimo premiato i suoi figli - ha detto il primo cittadino - nell’essere indipendenti e anche scomodi».
Palmeri: scelta sbagliata, oggi è il giorno in cui la città si unisce Il presidente del Consiglio Palmeri, invece, ha definito la defezione dei tre esponenti della sinistra radicale «una piccola ferita, oltre che una scelta inaspettata. Questa deve essere un occasione in cui la città si riunisce».
Fra i premiati con le due medaglie d’oro alla memoria, i 23 attestati di civica benemerenza, le 27 medaglie d’oro e le 2 grandi medaglie figurano fra gli altri Anna Molinari, la Lega del filo d’oro, Caterina Caselli, Antonio Ricci e Valerio Onida, l’ex presidente della Corte Costituzionale ora volontario nel carcere di Bollate che ha voluto dedicare il premio alla Consulta, agli altri volontari e a chi permette loro di lavorare con i detenuti.
Letizia Moratti: "Dobbiamo ancora lavorare molto" Milano ha ancora tanta strada da percorrere davanti a sé per costruire una politica al servizio del cittadino e un clima di fiducia fra le varie anime della città. A partire proprio dal Comune che la amministra. A lanciare questo messaggio il sindaco di Milano Letizia Moratti che, questa mattina, ha consegnato le civiche benemerenze per i cittadini che si sono particolarmente distinti e che hanno contribuito in modo diverso ad arricchire la città. «Credo che a Milano a partire dal comune dobbiamo ancora lavorare molto - ha detto il sindaco - per costruire una politica in grado di ascoltare i bisogni e dare risposte efficaci, per costruire un clima di fiducia che rafforzi l’alleanza tra le diverse componenti della società», citando istituzioni, imprese, università e volontariato. Un ruolo chiave in questo contesto lo giocano anche le istituzioni e la Moratti non ha mancato di soffermarsi su di esse: «Le istituzioni - ha detto - devono essere più vicine alla gente. I modelli non mancano, primo fra tutti il nostro patrono, Ambrogio che diciassette secoli fa insegnò a Milano il valore della generosità, della fermezza nell’intervenire per il bene comune». La cerimonia delle civiche benemerenze, quest’anno, è stata dedicata al mondo del volontariato. «Quest’anno più che mai le civiche benemerenze sono dedicate al mondo del volontariato. Milano - ha detto il primo cittadino - ha una lunga tradizione nella solidarietà. È una tradizione non facile da esprimere in un mondo complesso, e rapida e continua trasformazione sociale e culturale, caratterizzato dall’individualismo». Per questo ha citato alcune delle singole personalità premiate oggi impegnate nel sociale a partire dall’avvocato Giuseppe Sala «il padre del Villaggio Barona, nella periferia di Milano», suor Cesarina Villa, «che lavora instancabilmente per aiutare le famiglie extracomunitarie», e ancora Pasqualino Di Carlo, l’autista dell’Etm ferito un anno fa nel tentativo di difendere una donna durante un’aggressione. Nel messaggio rivolto questa mattina dal sindaco Moratti alla città a più riprese risuonavano i messaggi che ieri sera nel suo tradizionale discorso alla città, l’arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi, ha voluto rivolgere alla comunità di fedeli riunita nella Basilica di Sant’Ambrogio alla vigilia della festività del santo. La Moratti ha citato la responsabilità sociale intesa come «fondamento di una comunità civile» ma anche quell’individualismo che Tettamanzi ha chiesto esplicitamente di combattere e quell’integrazione tra le varie anime della città cui invece bisogna tendere.
«Sappiamo - ha detto la Moratti - che la strada per realizzare una città sempre più bella, efficiente e sicura è ancora lunga e difficoltosa ma se sapremo vivere con la responsabilità sociale personale con coerenza così come ci ha invitato a fare il nostro arcivescovo, se sapremo mettere da parte i nostri egoismi, far emergere la nostra umanità, lavorare tutti insieme superando gli individualismi per il bene di ognuno e di tutti, allora avremo realizzato quella Milano che è in noi e che rappresenta il meglio di tutti noi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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