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Santon cambia ruolo e Pirlo torna all’antico

Le ultime trovate di Lippi. Per il centrocampo dell'Italia il ct copierà Inter e Milan. Il nerazzurro giocherà laterale e il milanista farà trequartista. A Torino qualche variazione in attacco

Santon cambia ruolo 
e Pirlo torna all’antico

Lippi il brontolone non lavora solo per il club Italia e per il mondiale alle porte. È vero, se i cronisti georgiani, sabato notte a Tbilisi, cominciano a bersagliarlo con domande sulla fantasia antica (Baggio, Del Piero, Totti) dispersa o rimasta a casa, il Ct è in grado di replicare a modo suo sostenendo che l’unico fantasista in circolazione nella nazionale attuale è «Buffon». È vero, se per caso, nell’intervista Rai del mattino, precedente la sfida, gli ripropongono pari pari il tormentone su Antonio Cassano, lui è capacissimo di alzarsi e lasciare di stucco intervistatore e operatore della tv di stato senza alcun rispetto del contratto (ma qui è la federcalcio che dovrebbe intervenire). Marcellone Lippi non smette mai di essere se stesso, negando l’evidenza spesso, di essere cioè permaloso ma è consapevole dei limiti della sua attuale Italia. Per esempio prende atto del fatto che, a Tbilisi, Giuseppe Rossi ha compiuto un piccolo passo indietro nella marcia d’avvicinamento al mondiale ma non per questo sembra disposto ad abbandonarlo per strada. Anzi, uno dei motivi per i quali, si ostina a lasciare a Bogliasco Cassano è proprio questo: l’arrivo del barese toglierebbe Rossi dall’azzurro.
Persino il deficit del gol tradito dagli azzurri non deve risultargli una provocazione: Iaquinta ha migliorato la sua performance, Quagliarella, quando è entrato, ha conferito vivacità e peso all’attacco e forse per la Bulgaria sarà il caso di rivedere l’allestimento del reparto senza cadere nell’illusione Gilardino. «Il gioco arriverà quando si sarà completata la fusione tra noi vecchi e i giovani arrivati dopo la Confederations Cup» la convinzione di Buffon e forse nel suo giudizio c’è il gusto autentico di segnalare la prova di Criscito.
Lippi il brontolone, senza alcuna malizia, comincia a lavorare anche per qualche collega in difficoltà e non. Prendiamo i due casi più evidenti, e cioè l’ingresso di Santon, schierato in un ruolo che non gli è abituale ad Appiano Gentile, da laterale di centrocampo (il bambino ha un passato, se di passato si può parlare per un 18enne, da centrocampista) e Pirlo, sdoganato da perno centrale e riposizionato alle spalle dell’attacco nella versione più attraente dell’Italia di Tbilisi.
La trovata sull’interista non è un inedito assoluto. Nella settimana che ha preceduto il derby, Mourinho ha praticato la stessa tentazione tanto da suggerire, ai cronisti saliti sugli alberi a spiarne l’addestramento, il possibile utilizzo di Santon mediano nel derby poi riposto nel cassetto. Certo la differenza tra nazionale e Inter è vistosa: da una parte risulta impossibile togliere il posto a un fuoriclasse come Maicon, dall’altra la condotta di Zambrotta non è tale da sbarrare il passo al giovanissimo emiliano (è di Porto Maggiore, provincia di Ferrara). Da laterale, per 20 minuti, Santon ha sbrigato la pratica con la maturità del veterano: suo lo slalom più efficace chiuso dal cross per la testa di Quagliarella (doppio palo).
Su Pirlo l’operazione di riciclaggio è ancora più suggestiva: da regista classico, nel corso della stessa serata, il milanista è tornato ad occupare le zolle da trequartista purissimo, il mestiere praticato fino al 2002 quando, liquidato Albertini, concordò con Ancelotti il nuovo incarico. Da allora Pirlo è diventato uno dei più ricercati così da ricevere puntuali richieste da parte di club prestigiosi (ultimo in ordine di tempo il Chelsea) e da riscuotere un eccellente stipendio (6 milioni di euro netti l’anno). Da qualche tempo, proprio al Milan, hanno preso a discutere l’utilità di Pirlo non in assoluto, ma quale play-maker. Dicono a Milanello: ha reso più fragile la trincea difensiva e scontato il copione calcistico. Di qui, durante il recentissimo calcio-mercato, la tentazione di lasciarlo partire per Londra, destinazione Chelsea, poi abbandonata grazie al pressing di Leonardo nei confronti di Silvio Berlusconi.
Durante il derby, Sneijder ha «sfondato» proprio dalla parte di Pirlo, diventando una spada nel petto della difesa rossonera. A gennaio, con Beckham di ritorno dagli Usa e sotto gli occhi la resa di Ronaldinho in qualità di musa dell’attacco, anche Leonardo potrà virare verso la soluzione adottata da Lippi a Tbilisi. Raggiungendo il doppio obiettivo di far felice Milan e club Italia.

E poi dicono che Lippi non è un amico.

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