Emilio Fede al Tg delle 19, testuale: «Non se ne può più di sentire che Saviano è un eroe».
«Non capisco tanto clamore: lo ripeto da tempo. Cè gente che nella lotta alla mafia ha perso la vita, registi, scrittori, magistrati. Ce nè tanti quanto lui e meglio di lui».
Direttore, Saviano vive sotto scorta, ci manca lei ad attaccarlo.
«Anchio vivo sotto scorta, ma non mi sento un eroe e non vado in giro a vantarmene».
Lui vive sotto scorta perché la camorra lo ha minacciato di morte.
«Sì ma mica lha scoperta e denunciata lui la camorra. Il primo grande giornalista fu Gio Marrazzo... E comunque a me va benissimo che sia superprotetto, ci mancherebbe».
Dice la sinistra che lei e Berlusconi volete isolarlo.
«Ma per favore. Io dico solo che cè un eccessivo clamore sul suo ruolo di servitore anti-camorra. Non lo si può far assurgere a unico difensore dellonestà e unico grande accusatore della malavita organizzata».
La mafia si combatte anche con limpegno culturale, no?
«E lui è lunico? Lo fanno in tanti, ma in silenzio. La lotta alla mafia la faccio anche io tutti i giorni anche solo dando le notizie dei blitz al telegiornale».
Ammetterà che non è la stessa cosa.
«Voglio dire che il nostro Paese è contro la mafia, anche senza Saviano. E poi lui che fa? Gli straguadagni dei suoi libri e dei suoi film li devolve per le vittime, per caso? No, e allora che la smetta di rompere».
Rompere.
«Sì. A me mha rotto. Gli hanno pure dato la cittadinanza onoraria a Milano, ma cittadinanza di che?».
Non sarà che lei ha voluto dar sostegno al premier, che poco tempo fa si attirò le critiche per aver detto che Gomorra ha reso famosa la mafia nel mondo?
«Ma va, non ce lavevo manco in mente. E poi io queste cose le dissi prima di Berlusconi, per esempio quando Saviano andò a testimoniare al processo a Napoli. Arrivò con la scorta, i carri armati, gli incrociatori, tutto per dire che serve il rigore dello Stato. E ci voleva lui a dirlo!».
Adesso lIdv chiede allordine dei giornalisti di battere un colpo.
«Ah, sì, ho letto quel Leoluca Stracciaquilio, lì, Barbalunga...».
Leoluca Orlando.
«Glielo batto io un colpo! Ma chi è questo, un politico fallito, ma come si permette? Figuriamoci se io, figlio di un brigadiere dei carabinieri medaglia di bronzo al valor militare nella guerra di Etiopia non posso esprimere un parere!».
Vabbè ma ce nera bisogno?
«Stavo parlando di Draiatrippa, lì, Draiaculia...».
Draquila, direttore, oggi coi nomi va forte eh?
«Il ministro Bondi fa bene a non andare a Cannes, quel film infanga lItalia».
Lo ha visto?
«Ma figuriamoci, io non vado a vedere certe cazzate, basta conoscere la fanciulla, lì...».
Sabina Guzzanti.
«Lo sappiamo già qual è la sua tesi. Ho visto solo unimmagine di lei su una carriola. Ecco, è li che deve stare, in carriola».
Se lei fosse premier altro che censura.
«Ebbasta con sta storia della censura, mi sono rotto».
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