Savona La sinistra in Provincia «spara» su cinghiali e caprioli

«Sulla caccia bisogna lavorare con la volontà di costruire qualcosa di positivo», ha spiegato martedì il presidente del consiglio provinciale di Savona, Stefano Parodi, durante la prima riunione dopo la pausa estiva. Ma cinghiali, beccacce, lepri, non potranno lo stesso tirare un respiro di sollievo. Perché Parodi si rivolge ai consiglieri amanti dell’arte venatoria come uno «che condivide la stessa passione». A poche ore dalla polemica sul patto d’acciaio che in Regione ha visto l’accordo trasversale di pezzi del centrodestra e del centrosinistra votare il prolungamento della caccia ai volatili di mezz’ora dopo il tramonto, la Provincia di Savona smorza ogni contrasto. L’occasione è una modifica del regolamento per la caccia di selezione agli ungulati poligastrici (cervi, caprioli, mufloni, camosci), ma il dibattito si allarga. La preoccupazione è quella di contrastare l’aumento di specie come cinghiali e caprioli, nonostante il divieto di dargli da mangiare. «Allo stato attuale sono stati risarciti tutti i danni provocati ai coltivatori nel 2009, appena possibile inizieremo a pagare quelli di quest’anno», assicura l’assessore alla caccia Livio Bracco. Nel dibattito anche la recente chiusura dell’allevamento di lepri «da lancio» gestito dalla Provincia nel comune di Bormida. «Bisognava far funzionare il centro perché chiuderlo è stato un impoverimento del territorio», spiega Mauro Righello del Pd, mentre il compagno di partito, Sergio Verdino, parla dei rischi di importazione di lepri e altre specie non autoctone che potrebbero modificare ulteriormente la popolazione faunistica della regione. La soluzione, secondo Verdino, è «trovare per la caccia soluzioni innovative» che secondo l’assessore Bracco arriveranno dal contributo congiunto degli agricoltori e delle associazioni venatorie.

Tanto più che mentre Stefano Mai (Lega) parla di avvistamento sul territorio di branchi di daini di diverse decine ciascuno, martedì le uniche specie rare (dentro e fuori dal consiglio) sembravano essere ambientalisti, Wwf, Amici della terra, Fai, Italia Nostra e tutte le altre sigle animaliste.

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