«Saw III», ecco l’horror che terrorizza gli inglesi

Sangue a fiumi e corpi smembrati sullo schermo, svenimenti in platea

Erica Orsini

da Londra

Sbanca i botteghini facendo svenire gli spettatori. Ecco i due principali effetti di Saw III, il nuovo film dell’orrore attualmente nelle sale americane e inglesi. Balzato al vertice della classifica degli incassi sia negli Usa sia in Gran Bretagna, il terzo film della serie diretto da Darren Lynn Bousman e interpretato da un inquietante Tobin Bell ha avuto un impatto scioccante soprattutto sui fan britannici accorsi in massa a vederlo nel suo primo giorno di uscita, nella sera di Halloween. Quando una donna è stata trasportata all’ospedale e due altre persone hanno dovuto ricorrere al medico dopo aver perduto i sensi in un cinema di Stevenage. Un altro spettatore è collassato durante la proiezione a Peterborough e altri casi simili sono stati segnalati nel corso della settimana.
Ancora una volta il film è incentrato sulla figura di Jigsaw, lo spettrale serial killer nato dalla fantasia di Leigh Wannell, che terrorizza un’intera comunità inventando sistemi di tortura sempre più orrendi e ingegnosi. Il sangue scorre a fiumi e i corpi smembrati si sprecano, mentre l’assassino riesce sempre a gabbare la polizia. Ma dopo la prima settimana di clamore in Inghilterra molti cominciano a chiedersi se questa abbuffata di violenza sia proprio necessaria per la confezione di un buon film dell’orrore. Sconcertato dai troppi svenimenti, il direttore del quotidiano The Independent ha perfino spedito cinque reporter a vedere il film per poi scrivere la propria personale recensione.
Risultato? Nessuno ha perso conoscenza in sala, anzi, alcuni hanno trovato il film troppo meccanico per essere terrorizzante. Uno di questi critici improvvisati si è fatto accompagnare dalla nonna pluriottantenne, da sempre amante del genere, che ne è rimasta deliziata, un’altra più che dalla pellicola è rimasta traumatizzata dall’inefficienza del sistema di prenotazione automatica del cinema. L’ultimo ha trovato particolarmente irritante l’intento moralizzatore celato nella trama. E, cosa curiosa, proprio la spettatrice meno portata per questo genere di cinema, alla fine ha dato il giudizio più generoso. «Devo ammettere – ha scritto Deborah Orr sul paginone doppio del quotidiano dedicato al film – che la cosa più scioccante di tutte è che si tratta di un film piuttosto intelligente. Oltre che ripugnante».
Tesi condivisa anche dai fan americani che sono ben più numerosi. Su un sito dedicato alle critiche del pubblico molti hanno definito Saw III con tutto il suo carico di nauseanti torture, un film che fa pensare.

Sulla dissociazione umana, su quanto si è disposti a lottare per sopravvivere, sull’indifferenza della gente all’altrui sofferenza. Ma c’è sempre chi continua a rimpiangere l’angoscia di film del tutto diversi come The Blair Witch Project, che non avevano neppure un effetto speciale e dove il sangue era solo un’idea. Eppure spaventavano ugualmente.

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