Roma

In via della Scafa fiori, scritte e dolore Sarà lutto cittadino

Un residente: «È una strada disgraziata, molti credono di essere in pista e, prima del ponte mobile, escono fuori»

In via della Scafa fiori, scritte e  dolore Sarà lutto cittadino

«Niente ha senso se tutto può finire così... Ti distrai un attimo, ti rubano i tuoi angeli. Non è giusto. Dio restituiscili». «Piccola Mely, i nostri sorrisi rimarranno per sempre nel mio cuore. Martina e Francesco». Ancora. «Davide per sempre con noi».
Fiori, messaggi, poesie e tanta rabbia contro un destino crudele. Fiumicino rende omaggio ai due ragazzi morti l’altra notte nell’incidente di via della Scafa, la strada dell’Isola Sacra che costeggia il canale navigabile. Piccole strofe, a volte solo un nome, tanto per ricordare il dolore vissuto dagli amici, compagni di scuola, parenti di Davide e Melania, il primo di appena 18 anni, la seconda di 17. Poi fiori, mazzi di gardenie, tulipani, orchidee sull’albero maledetto, il platano su cui si è scontrata la Volkswagen Golf 1900 Tdi prima di carambolare sull’albero successivo e fermarsi, distrutta, al centro della strada. Qualcuno appende la felpa rossa di Davide. Altri recuperano i cd e i nastri finiti ovunque e li appoggiano sulla recinzione di villa Guglielmi. «Questa è una strada disgraziata - ricorda un uomo che abita a poca distanza -, molti credono di essere in pista e, prima del ponte mobile, escono fuori. Mai, però, erano morti due ragazzini in un solo incidente». Una fettuccia stretta e lunga che parte dal ponte della Scafa e corre parallela a via dell’Aeroporto, ma che dall’incrocio con via Redipuglia piega verso l'interno e diventa a senso unico. L’ideale per spingere sull’acceleratore dimenticando, però, che non c’è un solo lampione. Buio pesto. Come successo, probabilmente, l’altra sera: la forte velocità, la scarsa visibilità e l’inesperienza del ragazzo alla guida, per gli inquirenti, fra le cause del disastro. All’uscita dell’ultima curva prima del rettilineo che fiancheggia il Tevere, difatti, la Golf lanciata a 140 chilometri orari perde aderenza, sbanda dal centro della carreggiata verso destra, centra in pieno il tronco e piroetta su se stessa per colpire, poi, l’altro albero. Secondo la ricostruzione della stradale Melania, seduta accanto al posto di guida, viene sbalzata fuori proprio durante il terribile testa-coda. Incastrato fra i sedili anteriori Davide, seduto di dietro accanto a Salvatore, cugino di Felice, il minorenne al volante che ha sottratto al papà le chiavi dell’auto. Quattro bravi ragazzi, drammaticamente coinvolti da una bravata come tante. Migliorano, intanto, le condizioni dei due feriti. Salvatore, in particolare, è stato trasferito dal reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Grassi. Felice, anche lui ricoverato, è ancora sotto choc: «È un pensiero che non mi lascia mai - dice agli amici che lo vanno a trovare -. Solo grazie a voi riesco a distrarmi un po’. Sono angosciato».
E il sindaco di Fiumicino Mario Canapini ha proclamato il lutto cittadino duranti i funerali che si svolgeranno, probabilmente, non prima di martedì. «Una tragedia così grande, per le modalità dell’accaduto, per la giovane età delle vittime - spiega Canapini - ha suscitato commozione e sgomento enormi in tutta la comunità». Dunque negozi chiusi, bandiere a mezz’asta, stop ad ogni attività cittadina. Basterà a evitare altre tragedie come questa? C'è chi, sull'esempio di quanto avvenuto a Bari (cinque morti sulle strade domenica scorsa), propone all'amministrazione comunale l'istituzione del limite massimo in città a 30 chilometri l'ora.

Almeno il giorno dei funerali.

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