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Scala autonoma, sì del governo dopo cento anni «Teatro più forte»

Il sogno di Arturo Toscanini si è finalmente realizzato: la Scala ha ottenuto l’autonomia. Il direttore d’orchestra la chiedeva fin dal 1923. Ed ora, quasi un secolo dopo, è cosa fatta: «I tempi di attuazione sono immediati» assicura il ministro ai Beni Culturali Lorenzo Ornaghi. Per il teatro è un’enorme conquista ed il primo ad esultare è il sovrintendente Stephane Lissner: «È un evento per il teatro, siamo convinti che sia l’unica strada per valorizzare la nostra specificità». Per ottenere l’autonomia, la Scala ha dovuto raggiungere alcuni obiettivi: bilanci in pareggio, alta produttività. E fra i traguardi raggiunti il sovrintendente elenca anche «il volume di pubblico, con un aumento degli abbonamenti del 7% solo nell’ultimo anno, e la presenza significativa di sostenitori privati». Una delle novità introdotte dallo statuto sarà l’aumento del numero di membri nel consiglio di amministrazione che saliranno a dieci, con l’ingresso di un nuovo privato. C’è anche la possibilità di contratti di lavoro specifici. La decisione, commenta il sindaco Giuliano Pisapia, «rende ancora più forte uno dei più prestigiosi teatri del mondo che anche in futuro confermerà la sua eccezionale qualità artistica». Secondo il presidente della Provincia Guido Podestà viene «premiata la specificità» del teatro ed è un bene dare sempre più spazio ai privati.


Dubbiosa la Cgil sulla reale autonomia del teatro: «Non c’è stato nessun confronto pubblico e non siamo stati consultati - spiega Giancarlo Albori - Siamo contro la privatizzazione che sarebbe un esproprio nei confronti della città e una lesione ai lavoratori».

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