Sabrina Cottone
da Milano
Carlo Fontana ci ripensa e fa causa alla Scala per essere stato licenziato ingiustamente. Non solo, chiede i danni al sindaco di Milano, Gabriele Albertini, «per le modalità con le quali il licenziamento è stato attuato e reso pubblico». Lex sovrintendente che allindomani della revoca aveva rinunciato a procedere contro la Scala ha cambiato idea e vuole dal Teatro un risarcimento doppio, morale e materiale: la dichiarazione di illegittimità del licenziamento e la condanna della Scala a pagare lintera indennità sostitutiva del preavviso.
La lettera di due pagine in cui «per senso di responsabilità» Fontana, appena revocato, rinunciava a opporsi era arrivata sul tavolo di Gabriele Albertini (presidente della Fondazione Scala) lo scorso febbraio, pochi giorni dopo la decisione del consiglio damministrazione di sostituirlo con Mauro Meli. Un addio con otto mesi di anticipo che sembrava essere stato risolto in modo indolore, o almeno con un gentlemen agreement stretto in nome della Scala, per evitare di fare ancora del male al teatro già in piena bufera. Il consiglio damministrazione si era impegnato a «salvare la faccia» del sovrintendente, che aveva stretto con il sindaco un accordo di uscita non consensuale ma neppure traumatica.
La legge però in casi del genere concede sei mesi di tempo per ripensarci.
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