
Alla Scala ora resta da sistemare il capitolo-Rubattino (futuri laboratori e super magazzino); per il resto, la maggior parte dei tasselli più importanti sta andando al loro posto. Un altro e non da poco: la nomina del nuovo direttore musicale. Che ieri, nel corso del penultimo cda del teatro (il prossimo a giugno, poi pausa estiva, tranne aggiornamenti), è stata decisa (solo un po') a sorpresa, anche se il nome già circolava.
Colui che sostituirà la bacchetta in carica, ovvero Riccardo Chailly, dal 2027 in poi (fino all'anno 2030), sarà il maestro coreano Myung-Whun Chung, «vecchia» conoscenza, uno di quei conductor che «nel corso degli anni ha sviluppato un rapporto particolarmente stretto e proficuo con l'Orchestra e il coro della Scala», si apprende da una nota del teatro stesso. Direttore apprezzato e benvoluto dal Piermarini e dal pubblico che lo segue da anni, vanta un curriculum ricco e prestigioso. Così il sindaco Giuseppe Sala, che è anche presidente della Fondazione Scala: «Il sovrintendente Ortombina ha proposto il nome di Chung e ha spiegato le ragioni della sua scelta; al di là del fatto che è un suo diritto e dovere di scegliere il direttore musicale, quello che posso dire è che il Consiglio ha appoggiato la sua scelta, all'unanimità». Le «ragioni» è lo stesso sovraintendente a chiarirle: «È la scelta migliore che si poteva fare» come direttore musicale della Scala in questo momento. «Non sono qui per i miei gusti personali. Sento il dovere di servire la Scala in progetti di alto livello con il compito di fare sintesi fra le anime del teatro e questa». Siccome ogni direttore ha i suoi fan, saranno rimasti delusi i sostenitori di Daniele Gatti, anche lui bacchetta di alto livello, basti dire che dal 2023 è direttore principale della Sächsische Staatskapelle Dresden, dato per papabile a Milano, anzi «indicato». Le cose sono andate diversamente. Il sovrintendente spera che Gatti continui a collaborare con il teatro anche ora, che è stato scelto come futuro direttore musicale Chung (e non, come invece aveva indicato il precedente consiglio di amministrazione, lo stesso maestro milanese). «Ho chiamato Gatti ma non sono riuscito a parlargli e lo richiamerò. Gli ho scritto un messaggio. Da parte mia mano tesa» ha assicurato il manager. Anzi «da parte mia e del teatro - ha aggiunto - c'è la speranza forte che continui» con i progetti che ha in corso e con altri in futuro. Nella prossima stagione a Gatti è affidata una delle opere più attese, ovvero Pelleas e Melisande di Debussy, prima regia scaligera di Romeo Castellucci».
A proposito di stagione, Ortombina al cda ha presentato la nuova: tredici titoli
d'opera e sette di balletto, oltre a un intenso programma di concerti e manifestazioni per un totale di 250 rappresentazioni nell'anno solare 2026. Il 7 dicembre «Lady Macbeth del distretto di Mcensk» del russo Shostakovich.