«A Scarpino l’inceneritore brucia solo soldi»

«A Scarpino l’inceneritore brucia solo soldi»

(...) come in molti temono, le «strane» manovre sul terreno che Amiu ha comprato (o almeno ha cercato di fare durante l’assenza del sindaco) dal Comune di Ceranesi sono il preludio di un «ritorno di fiamma» del termovalorizzatore in località Fossa Luea, questa volta il progetto raccoglierebbe solo critiche. Circostanziate e autorevoli. In testa ai cortei, almeno idealmente, ci sarebbe addirittura il «papà» del migliore termovalorizzatore del mondo, quello di Brescia che nel 2006 è stato premiato da una giuria internazionale (il Wtert - Waste to energy research and tecnology council - della Columbia University) come l'impianto migliore in termini di efficienza, rispetto per l'ambiente e rendimento energetico.
L’ingegner Martino Bolla, il genovese che progettò la struttura, è già all’attacco. Ha attivato i consiglieri di due Municipi che potrebbero essere interessati dall’inceneritore. E a loro, una di Forza Italia (Silvana Bignone, Voltri) e uno dei Ds (G.B. Massara, Sestri), ha già fatto avere tutte le carte per dimostrare l’assurdità dell’idea. «L’inceneritore - spiega Bolla - migliorerà addirittura l’ambiente se recupererà tutto il potere calorifico dei rifiuti». Cioè se l’energia prodotta potrà essere usata per alimentare con il teleriscaldamento il centro di Genova. E questo si potrà fare solo se l’impianto verrà realizzato in porto, non a Scarpino. Sulla collina la dispersione renderebbe inutilizzabile e vano ogni sforzo. A sostegno della sua tesi porta un dato incontrovertibile. A Brescia la gara d’appalto era tra Ansaldo e Foster Wheeler. I «genovesi» presentarono un piano più caro di 30 miliardi di lire, ma vinsero perché l’energia prodotta e il risparmio nei costi dei gestione portavano subito in attivo il bilancio dei vantaggi.
Su quei documenti Martino Bolla ha già il timbro di tutti gli enti locali cui in questi anni l’ingegnere li ha sempre mandati. Provincia, Regione, Comuni, ma anche società di servizi e commissioni.

Tutti gli amministratori pubblici conoscono queste carte. Questi dati di fatto. E non possono ignorarli. Se lo faranno rischieranno «esposti in procura e alla magsitratura contabile». L’inceneritore, a Scarpino, sarebbe comunque un grave danno, un gravissimo spreco.

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