In scena «Macbeth», «Norma» e l’addio di Alessandra Ferri

da Roma

Il rischio è stato grosso. Ma la sfida vinta. E quest'anno, per la seconda edizione consecutiva, lo Sferisterio di Macerata ospiterà uno dei più stimolanti appuntamenti dell'estate lirica: quel Macerata Opera Festival che, grazie al sontuoso imprinting dello scenografo e regista Pier Luigi Pizzi, ha acquisito prestigio internazionale. «Prima del festival la stagione operistica di Macerata era nota per il suo taglio tradizionale, e per alcuni clamorosi exploit - dice l’organizzatore Elvio Ercoli -; grazie al maestro Pizzi è diventata meta del turismo culturale europeo». L'operazione tentata da Pizzi è stata semplice ma coraggiosa: scegliere un tema, che ad ogni edizione legasse tre nuove produzioni, e una programmazione che consentisse ai melomani di seguirle tutte in tre giorni consecutivi. «Quest'anno abbiamo raddoppiato la posta in gioco - sorride Pizzi -, perché solo osando si possono ottenere risultati più alti».
E dunque il cartellone (in scena dal 26 luglio al 12 agosto) proporrà tre titoli non proprio frequentissimi nelle arene estive. Intrigante il tema conduttore (Il gioco dei potenti); affidati a cast d'alto livello gli allestimenti: Il Macbeth verdiano, che diretto da Daniele Callegari e interpretato da Vittorio Vitelli e Olha Zhuravel, avrà regia, scene e costumi dello stesso Pizzi; la Norma di Bellini (con Dimitra Theodossiou e Daniela Barcellona); infine la donizettiana Maria Stuarda che sfoggerà un altro tandem d'assi, Mariella Devia e Laura Polverelli.


Attorno ai titoli principali, infine altre proposte interessanti: il Gala performance di danza che rappresenterà l'addio alle scene di Alesandra Ferri, in coppia con Roberto Bolle. Quindi il Saul di Flavio Testi, la verdiana Messa da Requiem, e un recital particolarmente atteso di Anna Proclemer, su La donna e il potere.

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