"Schettino" ora è un insulto In tutte le lingue del mondo

Dall'America alla Russia: come un cognome diventa la parolaccia dell'anno

"Schettino" ora è un insulto In tutte le lingue del mondo

Da nome proprio è diventato aggettivo. Come Carneade, come Maramaldo, come Bruto. Una parola del vocabolario, un simbolo del male, un insulto sanguinoso. Il codardo che se la svicola davanti al pericolo e abdica alle proprie responsabilità accampando scuse tragicomiche è da oggi tradotto e sintetizzato nel semplice vocabolo di «Schettino». In tutte le lingue del mondo. Un po’ Fracchia e un po’ Tafazzi, Schettino è la nuova pietra di paragone, il marchio del disonore, si spende benissimo per mettere alla gogna, rende subito l’idea, ti si pianta bene nel cervello.

Sputtana che è la cosa che conta di più. Per il mondo Schettino è un tormentone infame: «Circola voce che abbia abbandonato il mio show, ma non è vero, sono rimasto fino all'ultimo...» lo ha ridicolizzato David Letterman, maestro del surreale, con il suo humour East Coast. «Quanti di voi qui stasera sono inciampati e caduti a teatro? - ha strizzato l’occhio al pubblico - Succede spesso di inciampare nelle scialuppe di salvataggio durante le crociere: perfino O.J Simpson è basito...».

Schettino che non sei altro farà compagnia al tallone d’Achille, all’uovo di Colombo, alla vittoria di Pirro. A Tizio, Caio, Sempronio, Mevio, Filano e Calpurnio. Dall’America alla Russia. Perchè anche lo show radiofonico «Grazhdanin Poet», che in italiano traduce «Il poeta cittadino» quasi come «Il poeta e il contadino» di Cochi e Renato, ha paragonato il comandante a «un altro capitano che, come lui, non si capacita del fatto che la sua nave è affondata». Cioè Putin.

A differenza di Schettino però, fustiga Mikhail Efremov, una specie di Fiorello di tutte le Russie, lo zar si ostina a non voler sbarcare nonostante le urla dei suoi passeggeri che gli chiedono di mollare: «Meglio uno Schettino qualsiasi di Putin» la stilettata finale che gioca sull’assonanza tra «Schettino» e «Skatina» che in russo vuol dire «bestia». In Francia e Spagna poi Schettino è la parola italiana che va più di moda dopo pizza, pasta e mandolino. «Hollande è come Schettino: sfiora pericolosamente il deficit pubblico con troppo compiacimento...» sputtaneggia il ministro della Difesa francese Gérard Longuet. E «Mourinho vuol saltare giù dal Real Madrid a fine stagione come Schettino» esagera il direttore di «As», Alfredo Relano.

Se nella patria di Masaniello, di paga sempre Pantalone e della zona Cesarini «gli italiani non sono Schettino che abbandona la nave» (Prandelli), «non

sbatterò sull’articolo 18 come Schettino» (Fornero), «Monti è come Schettino, farà affondare l’Italia» (Bossi), il migliore resta lo striscione dei tassisti: «Monti sei come Schettino: hai sbagliato manovra...». Passaparola.

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