Schröder vince il duello alla Tv ma la Merkel resta più credibile

Serrato confronto davanti a 15 milioni di tedeschi. Tema centrale l’economia, dove la sfidante ha messo in difficoltà il Cancelliere

Salvo Mazzolini

da Berlino

Lui, il Cancelliere Schröder, è più competente, più brillante e dialetticamente più abile. Lei, Angela Merkel, la sua antagonista, più concreta, a volte monotona, ma in complesso più affidabile e credibile. Così la maggioranza dei tedeschi giudica i due sfidanti nella corsa alla Cancelleria secondo un primo veloce sondaggio realizzato dopo il duello televisivo tra i due avversari trasmesso ieri sera in diretta sulle quattro reti principali e seguito da 15 milioni di persone. Un faccia a faccia che non ha precedenti nella storia elettorale della Germania perché per la prima volta in un Paese dove la politica è, o meglio era, fortemente maschilista, a duellare sono un uomo e una donna.
E la novità non è da poco. Entrambi i protagonisti hanno dovuto tenerne conto nell’impostare le tattiche di combattimento. Schröder ha dovuto evitare di apparire troppo aggressivo e di evitare atteggiamenti di sufficienza (ma anche troppo galanti), per non inimicarsi l’elettorato femminile che è la maggioranza. La Merkel ha dovuto dimostrare non solo che la sua ricetta politica è migliore ma anche che non c’è nessun rischio se la guida della Germania passa nelle mani di una donna. Incominciato alle 20.30, il duello è durato novanta minuti durante i quali il terreno di scontro è stato praticamente uno solo: l’economia. Un terreno decisamente più favorevole all’opposizione dati i risultati disastrosi della coalizione rossoverde (quasi cinque milioni di disoccupati, conti pubblici fuori controllo, crescita tra le più basse d’Europa, 40mila imprese medio-piccole che falliscono ogni anno). Ma Schröder ha avuto buon gioco quando ha elencato le riforme avviate dal suo governo sottolineando che queste non producono mai risultati immediati ma solo con il tempo. «In attesa di raccogliere i frutti delle riforme, chi le fa raccoglie solo impopolarità ma siamo contenti di aver scelto questa strada perché gli interessi del Paese devono prevalere su quelli del partito». La Merkel ha accusato il Cancelliere di avere sottovalutato troppo a lungo la gravità del declino economico tedesco, di essere passato ai rimedi tardi e con una strategia contradditoria per accontentare le tante anime della sinistra. Ed è apparsa convincente quando ha detto che se diventerà Cancelliere lei potrà fare meglio perché alle spalle ha un partito compatto. «Lei, Cancelliere, ha alle spalle un partito talmente diviso che è stato costretto a ricorrere alle elezioni anticipate».
Netto contrasto anche sul tema caldo dell’ammissione della Turchia nell’Ue: favorevole il Cancelliere, contraria la sfidante. Su un solo punto Schröder e la Merkel si sono trovati d’accordo: la Germania ha bisogno di cambiamenti. Ma, ovviamente, non su chi li deve fare. Sette anni di governo rossoverde, secondo la Merkel, hanno trasformato la Germania da locomotiva in vagone di coda del convoglio europeo. «Mi sembra un buon motivo perché i cambiamenti avvengano sotto una nuova guida». «È bene che i cambiamenti avvengano sotto la guida della socialdemocrazia - ha replicato Schröder - perché noi siamo più vicini agli interessi delle classi deboli. Quanto al bilancio della coalizione rossoverde, mi sembra che la signora Merkel esageri. Il fatto che alcuni Paesi come l’Italia e altri stiano un po’ meglio non significa che la Germania abbia perso la sua forza e le sue potenzialità».
Tensione al massimo quando si è parlato di tasse e Schröder ha accusato la sua antagonista di volere una riforma che avvantaggia i ricchi. «Non è vero - ha replicato la Merkel - ci sarà, è vero, un aumento di due punti dell’Iva che riguarda tutti e che servirà a ridurre il peso dei contributi previdenziali, quindi il costo del lavoro in modo da incoraggiare le imprese ad assumere. Ci sarà un calo dell’aliquota sui redditi alti ma anche su quelli bassi». Quanto all’introduzione di un’aliquota unica del 25 per cento, la Merkel lo ha definito non un progetto immediato ma un obiettivo ideale verso il quale tendere. «Se ci si arriverà non sarà a vantaggio dei ricchi perché saranno abolite una serie di sgravi e facilitazioni che oggi privilegiano solo i redditi alti».
Chi ha vinto e chi ha perso? Spetterà ai sondaggisti stabilire nei prossimi giorni chi ha tratto i maggiori vantaggi. Schröder spera che il faccia a faccia sia servito ad attenuare l’enorme divario che lo separa dalla sua sfidante: lui ha 32 punti, lei 42.

La Merkel spera di aver aver aumentato il suo vantaggio in modo da raggiungere insieme agli alleati liberali, la maggioranza assoluta. La risposta che conta arriverà fra tredici giorni, quando i tedeschi andranno alle une.

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