Schumi abdica: «Addio mondiale»

Il tedesco soltanto sesto a Silverstone. Vince Montoya, Alonso (secondo) sempre più leader

Benny Casadei Lucchi

nostro inviato a Silverstone

Transitano uno dietro l’altro, come ai bei tempi, i tempi delle doppiette a raffica che quasi non ricordi più, i tempi delle apoteosi rossovestite, i tempi delle Ferrari trionfanti e mondiali. Sotto la bandiera a scacchi, Schumi e Barrichello transitano in parata, ma è una parata triste la loro. Perché uno è sesto e l’altro settimo, perché uno è l’iper campione del mondo tornato fra i mortali e l’altro è il mortale che avrebbe voluto raccogliere la sua eredità ma che nulla può contro quel briciolo di talento in meno e la sfortuna di sentirsi più forte solo oggi che la Ferrari è più debole.


La parata triste delle Rosse a Silverstone sembra quasi il mesto saluto dei suoi alfieri al pubblico deliziato per anni, perché passando distanti un minuto e quindici secondi da Montoya vincitore, da Alonso secondo, da Raikkonen terzo e trionfatore morale, è come se i due campioni di Maranello avessero voluto salutare il proprio pubblico e mettere la parola fine alle tante speranze, alle molte illusioni, alla troppa ostinazione con cui i tifosi e gli stessi uomini del Cavallino avevano fin qui alimentato il miraggio della rimonta iridata. Perché non c’è più spazio (...)

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