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Schumi: «Questo Alonso chi lo prende più?»

Lo spagnolo: «Voglio fare un grande show per onorare la memoria delle vittime di Londra»

nostro inviato a Silverstone
È un po’ arrabbiato. Non ci tiene al titolo di «paperino delle piste» che gara dopo gara gli si sta appiccicando addosso. «Non voglio sentire parlare di sfortuna, parliamo piuttosto di qualcuno che nel team ha lavorato male», dice. Kimi Raikkonen non è mai stato uno tenero a parole: non lo è quando vince, tanto meno quando tutto va storto, come ieri, dopo l’ennesimo guasto che dal secondo tempo di giornata lo ha retrocesso di dieci posizioni in griglia: «Ora vediamo che cosa potrò fare in gara, ma speriamo che questa fase finisca, perché non mi pare proprio il modo migliore per cercare di vincere il titolo».
Dunque, sette giorni esatti dopo Magny Cours, il finnico deve di nuovo fare gli straordinari. Allora fu la più plateale delle rotture di motore, durante le libere del venerdì; ieri il bis al mattino, colpa di una pompa dell’olio. Ma scorrendo la sua stagione, di chicche ve ne sono altre: per esempio, al Gp d’Europa, quando un semiasse anteriore si disintegrò. Era al comando Kimi, era l’ultimo giro. Capirete che un po’ gli girarono. Come gli sono girate in Malesia per una foratura che da quarto lo precipitò nono; o come a Imola, pronti via, subito in testa e subito tradito da un semiasse.
Se l’alfiere McLaren-Mercedes fa i conti con i suoi week end a handicap, il pari grado della Renault sfrucuglia con piacere la nuova pole messa in portafoglio: sono tre quest’anno, sei in carriera. «Ora voglio vincere e regalare, assieme ai miei colleghi, un grande show. Solo così noi piloti possiamo onorare le vittime di Londra». E tornando a parlare della giornata: «Qui non mi aspettavo il miglior tempo e mi dispiace per Kimi, non è giusto che debba di nuovo retrocedere di dieci posizioni». Il suo boss, Flavio Briatore, gongola: «Dovevamo far catenaccio alla Trap, l’abbiamo invece fatto alla Lippi». Il ct – si narra – avrebbe addirittura chiamato Briatore in settimana per consigliargli, scherzando, di adottare il suo modulo.
Grazie alla retrocessione di Raikkonen, balza in prima fila Button, e Trulli, per lo stesso motivo, azzanna la seconda fila. Le due Ferrari invece singhiozzano: chi meno, come Barrichello, sesto; chi di più come Schumi, decimo. «Però abbiamo gomme migliori rispetto alla Francia; forse è troppo pensare alla vittoria, ma il podio non lo escludo. Io di nuovo davanti a Schumacher? Ormai, quanto a velocità siamo uguali».
Così il brasiliano, decisamente più a suo agio sul circuito inglese rispetto al caposquadra. Michael proprio qui, nel 1999, alla curva Stowe, ebbe l’incidente più grave della carriera. E proprio alla curva Stowe ha ieri commesso un errore che gli è costato le posizioni nobili, andando largo a pizzicare terra ed erba. Anche se poi ha parlato soprattutto di problemi di pressione delle gomme. «Troppo alta sul finire del giro (colpa del caldo, ndr) e la macchina scivolava – dirà –. Certo che adesso chi lo ferma più Alonso? Tanto più che Raikkonen è così sfortunato. Cosa non va nella nostra auto? Le prestazioni dipendono sempre da tanti fattori tecnici, e anche dal pilota. Diciamo che io sono andato così così. Però in gara andremo meglio; magari ci scappano un terzo o quinto posto...».

Tempi magri per il popolo rosso vestito.

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