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Schumi tampona la Williams

nostro inviato a Silverstone
Parola d’ordine: non esporsi, non sbilanciarsi, non dire. Stavolta sì, stavolta l’ordine di scuderia è fiorito spontaneo dentro la testa di tutti gli uomini Ferrari: «Meglio non fare previsioni su come andrà la corsa» hanno detto all’unisono. Ordine di scuderia tanto naturale quanto trasversale a tutto il team, da Todt a Schumi a Barrichello. «È presto per fare previsioni», ha sottolineato il direttore generale del Cavallino, Jean Todt; «dopo quanto successo domenica scorsa in Francia, preferisco non leggere il futuro», gli ha fatto eco il tedesco che proprio a Magny Cours si prodigò in proclami arrembanti di vittoria e recuperi mondiali per concludere, invece, quasi doppiato. Dello stesso avviso Barrichello, che sempre in terra transalpina, doppiato ci finì per davvero.
E che la cautela sia doverosa, lo dimostrano i «tempini» delle due Rosse (tra prima e seconda sessione Michael è 11°, Rubens addirittura 15°) e i «temponi» fatti dagli uomini McLaren-Mercedes: il solito collaudatore Pedro De La Rosa svetta davanti a tutti, seguito da un altro collaudatore, Ricardo Zonta, della Toyota; poi Button, Montoya e Raikkonen. Per farla breve: tre McLaren nei primi cinque posti. Il leader del Mondiale, Fernando Alonso, ha di che preoccuparsi, «ma l’avevo già detto che questo sarebbe stato il loro Gran Premio di casa e, in fondo, a me basterebbe far quarto in gara», sottolinea dall’ottavo posto. «Avrei dovuto andare a Lourdes e invece per una serie di inconvenienti non ce l’ho fatta», confida invece il suo compagno di squadra, il bistrattato Fisichella: «Infatti, per la prima volta nella stagione, ho avuto dei problemi persino di venerdì: qualcosa alla sospensione. Non solo: durante il controllo è caduta una vite nel motore e abbiamo perso mezz’ora nel cercarla». Incredibile.
Per la verità, a Lourdes avrebbe dovuto passarci anche kaiser Schumi, almeno a giudicare dall’inconveniente «viabilistico» che l’ha visto protagonista al mattino, al termine della prima sessione di prove libere. Il tedesco, rientrando nella pit lane, ha tamponato il compatriota Nick Heidfeld; poca roba, più da ridere che da metter mano al carro attrezzi, ma pur sempre rivelatrice di un certo grado di confusione: «Diciamo che ero sovrappensiero e che lui ha frenato prima del previsto», sorride il campione del mondo che come Fonzie ha il suo bel da fare nel pronunciare la fatidica frase: «Ho sbagliato io». Infatti nulla dice e molto lascia intendere a sguardi: sì, ha sbagliato lui. «Danni? Pochissimi, solo qualcosa di leggero all’alettone anteriore... chi pagherà? Ci metteremo d’accordo» dice scherzando prima di tornare equilibrista nelle dichiarazioni: «In Francia ero ottimista e sapete tutti come è finita: per questo preferisco non parlare. Guardando ad oggi potremmo sembrare più deboli rispetto a Magny Cours, ma ho la sensazione che in configurazione gara saremo messi meglio». Si vedrà.
Come sono tornati a vedersi, ieri pomeriggio, i piloti, di nuovo sul piede di guerra contro Mosley «perché ci snobba sulla sicurezza», questo il senso dell’ennesima lettera che, traendo spunto dalla vicenda di Indy e delle gomme Michelin, chiede stavolta più impegno della Fia sui temi della sicurezza (Mosley avrebbe fatto sapere di non voler discutere certi argomenti con i piloti, ma solo con i team manager). Anche Schumi resta però nel mirino dei colleghi: «È l’unico che non ha firmato, ma non vogliamo le sue dimissioni – ha ribadito Trulli –.

Certo, però, che la posizione tenuta da Michael non mi è parsa del tutto onesta».

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