Cronaca locale

Sciacalli dopo la strage del gas: falsi tecnici truffano gli anziani

Una coppia di balordi sfrutta la psicosi dello scoppio e ruba soldi e gioielli a una 79enne

Enrico Lagattolla

Sciacalli sulla tragedia. A tre giorni dallo scoppio del palazzo di via Lomellina, è già allarme truffe. Ieri, la prima. Due finti tecnici dell’Aem derubano un’anziana con la scusa di controllare l’impianto del metano. Un episodio - secondo la polizia - che potrebbe non rimanere isolato. La «psicosi» da fughe di gas rischia di alimentare il fenomeno.
Via Maj al civico 8, a poche decine di metri da viale Umbria. Verso mezzogiorno Ida M., 79 anni, apre la porta a due sedicenti tecnici. Sono italiani, sulla trentina. Uno è vestito in modo distinto, con tanto di giacca e pantaloni scuri. L’altro è l’«operaio», in tuta da lavoro. «Siamo operatori dell’Aem - assicurano alla signora -, dobbiamo controllare l’impianto». Insistono. «È una precauzione voluta dall’Aem per evitare che possano verificarsi tragedie simili all’esplosione avvenuta lunedì». La signora Ida lascia fare, nonostante il suo impianto l’avessero revisionato solo pochi giorni prima.
Prima di lasciare l’appartamento, portando con sé alcuni gioielli e 450 euro in contanti, la coppia la mette in guardia dal pericolo delle truffe. «Stia attenta - le dicono - ci sono in giro due albanesi che si fingono tecnici del gas. Sa, dopo quello che è successo è più facile cadere nella trappola». Appunto. Quando la signora Ida si accorge del furto, è tardi.
È l’onda lunga della tragedia di via Lomellina, che si conta anche nelle numerose segnalazioni arrivate in queste ore ai vigili del fuoco. Sul fronte delle indagini, invece, restano ancora alcuni aspetti da chiarire. Primo, la tesi inizialmente accreditata dalla Procura (che ha aperto un fascicolo per crollo colposo) è quella che alla base dell’esplosione ci sia stato il suicidio della signora Esmeralda Sfolcini. Ma si tratta di un’ipotesi che deve ancora trovare riscontri definitivi. In attesa delle perizie sugli abiti della vittima (si cercano eventuali biglietti cha possano spiegare le ragioni di quel gesto), e dei rilievi sui resti della palazzina crollata oltre che sui reperti rinvenuti tra le macerie, ieri all’Istituto di medicina legale è stata eseguita l’autopsia sui cadaveri delle vittime. I primi risultati dell’esame saranno consegnati al pubblico ministero Luigi Orsi tra una decina di giorni, ma dal centro di via Ponzio è arrivata la richiesta di autorizzazione per effettuare una serie di esami tossicologici sul corpo della Sfolcini. Una procedura volta ad approfondire un’ipotesi differente da quella della morte per semplice asfissia, in grado di confermare - o eventualmente smentire - la tesi del sucidio. E, a questo proposito, interviene il legale dei familiari della donna, l’avvocato Stefano Perin, per ribadire che «i parenti hanno escluso che Esmeralda soffrisse di depressione, non risultano problemi caratteriali, non era sola, e aveva contatti con loro». «La signora era una donna piena di vitalità ed equilibrio», quindi «è escluso categoricamente che si sia trattato di un suicidio».
La Procura, intanto, ha chiesto all’Aem che venga consegnato il prospetto delle chiamate arrivate in largo Augusto nelle ultime settimane. Tabulati che non sono ancora arrivati al quarto piano del Palazzo di giustizia, ma che potrebbero mettere fine alle polemiche nate nelle ore immediatamente successive all’esplosione della palazzina Liberty.

In molti, tra i condomini, hanno ripetuto di aver segnalato all’Aem fughe di gas, ma la società ha smentito di essere stata allertata nell’ultimo periodo.

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