Cronache

Scommesse, giornalisti indagati per l’inchiesta

Scommesse, giornalisti indagati per l’inchiesta

Emmanuele Gerboni

Lanfranco Vaccari e Marco Menduni, direttore e cronista de “Il Secolo XIX”, sono stati indagati dalla magistratura per la pubblicazione degli atti relativi alle vicende del calcio scommesse. La notizia, arrivata ieri, ha subito innescato la replica dell’Associazione Ligure Giornalisti, dell’Ordine Ligure Giornalisti e del Gruppo Cronisti Liguri che hanno inviato un comunicato congiunto: «Pur rispettando e difendendo l'autonomia e le prerogative della magistratura, il sindacato, l’ordine e il gruppo cronisti non possono condividere o tollerare iniziative che suonano sempre più come una insofferenza nei confronti di chi, facendo il giornalista, sceglie di rispondere al proprio obbligo di fare informazione. Ed è per questo che, come sindacato, ordine e gruppo cronisti, rilanciamo la necessità di un confronto con le rappresentanze della magistratura a livello locale e nazionale», si legge ancora nel comunicato.
Intanto si è chiuso un altro capitolo: sono stati consegnati agli emissari della Figc tutti i faldoni contenenti la documentazione sul calcio-scommesse. Adesso, la palla è finita alla Federcalcio che dovrà visionare gli atti e decidere come muoversi. Se la partita (sotto il profilo sportivo) rimane ancora aperta, si sta avvicinando sempre di più il triplice fischio per quanto riguarda il procedimento penale. Non si è ancora esaurito, ci sono ancora dei punti da chiarire ma, come detto, siamo quasi ai titoli di coda. E l’orientamento che sta prendendo più forza (anche ieri sono arrivate conferme in questa direzione) è quello di non chiedere nessun rinvio a giudizio per i vari protagonisti coinvolti. Dai calciatori ai due commercianti, Graziano Belziti e Francesco Sanfilippo. Ed è proprio il legale di quest’ultimo, Umberto Pruzzo, a sottolineare un aspetto: «Non ho ancora ricevuto gli atti dal momento che l’inchiesta non si è ancora conclusa, ma si tratta di chiacchiere da bar. La colpa di Sanfilippo? Solo quella di aver scommesso alle agenzie della Snai come fanno milioni di persone. In un primo momento si parlava di scommesse clandestine, ma è stato confermato che, invece, si trattava di normali giocate alla Snai. E poi mi sembra giusto evidenziare anche un altro fatto. Non ci sono mai state partite truccate. Se fosse stato così e se il mio cliente avesse avuto davvero dei contatti seri con i giocatori, si sarebbe arricchito, giocandosi cifre importanti e non poche centinaia di euro come faceva lui. Invece, Sanfilippo ci ha rimesso anche dei soldi».
I tempi non saranno rapidissimi, perché a Palazzo di giustizia c’è ancora in sospeso il procedimento penale sul caso Genoa – Venezia. Dopo l’avviso di chiusura delle indagini, si sta aspettando il provvedimento del gup.
Ieri, intanto, Enrico Preziosi è stato sentito come teste alla procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento di Hdc che ha portato agli arresti domiciliari il sondaggista Luigi Crespi. Il patron rossoblù ha parlato anche sulle sue vicende giudiziarie: «Sono molto sereno perché attendo la giustizia in silenzio. Credo che l’accusa di associazione per delinquere, con tutto il rispetto, non mi appartenga e quindi mi aspetto un giusto processo».
Ma torniamo al caso Genoa- Venezia. Soltanto dopo la conclusione di questo filone, i magistrati si riuniranno sulla vicenda del calcio scommesse e prenderanno una decisione.

Che dovrebbe coincidere con un’archiviazione, senza alcun tipo di rinvio a giudizio.

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