Dopo venti giorni in cui il fuoco sembrava essersi acquietato, l’inchiesta di Cremona sul lato oscuro del calcio italiano ha un ritorno di fiamma: che investe in pieno Daniele Corvia, capitano del Lecce. Corvia è il primo calciatore di serie A in attività a ritrovarsi indagato nell’inchiesta cremonese: una indagine che era stata accusata da più parti di avere montato a dismisura un malaffare di piccolo cabotaggio, tutto tra Lega Pro e serie B. E che invece, con l’incriminazione di Corvia, fa ufficialmente il suo ingresso nella serie maggiore del nostro calcio.
Corvia è indagato per frode sportiva. Sostanzialmente, il capitano è accusato di avere «aggiustato» per conto della cricca di scommettitori una serie di incontri dell’ultimo campionato. Non c’è di mezzo solo il Lecce, perché Corvia aveva rapporti anche con altri calciatori di serie A. Il nome di Corvia compariva ripetutamente nelle intercettazioni e una utenza Skype (il sistema per dialogare attraverso Internet) a suo nome era stata utilizzata da alcuni protagonisti dell’imbroglio. Ma Corvia aveva offerto una contro-verità abbastanza affascinante: l’utenza sarebbe stata una utenza apocrifa, creata a sua insaputa da un complice dell’organizzazione (probabilmente Marco Paoloni, portiere della Cremonese e poi del Benevento). Gli scommettitori, insomma, dialogavano via Internet con Paoloni o con qualcun altro, e credevano invece di avere ottenuto un contatto diretto con il capitano leccese.
Questa tesi è stata lì lì per convincere gli inquirenti: e stava per minare pezzi importanti dell’inchiesta, perché una simile millanteria poteva essere stata messa in campo anche in altri casi. Ma strada facendo la Procura si è convinta che invece dietro il nome di Corvia ci fosse proprio Corvia. Ed è scattata l’iscrizione del giocatore nel registro degli indagati.
L’incriminazione di Corvia apre scenari interessanti, perché il suo nome è legato a due delle partite più delicate finite sotto tiro dell’inchiesta. Una è Inter-Lecce, 20 marzo, che nei piani degli scommettitori doveva finire con un «over», cioè con una goleada dei nerazzurri, e che invece si chiuse con un asfittico 1-0, scatenando le ire di una fazione del clan che aveva puntato in forze sull’«over».
Finora la combine su Inter-Lecce era stata letta come una invenzione di Paoloni. Ma se Corvia è coinvolto, tutto cambia. E andrebbero rilette anche alcune intercettazioni in cui sembra capire che anche i giocatori dell’Inter erano «consapevoli» anche se non complici della decisione degli avversari di farsi subissare di gol.
L’altra partita di cui a questo punto si tornerà inevitabilmente a parlare è Fiorentina-Roma del 20 febbraio. In una nota della polizia allegata alle indagini si legge: «Erodiani commenta con Pirani la partita dell’Inter e dice che l’attaccante del Lecce Daniele Corvia avrebbe pronosticato tanti gol in Fiorentina-Roma avendolo saputo dal Capitano della Giallorossa».
Sulla identità di tale «Capitano» si sono formulate diverse ipotesi: si sono fatti i nomi di Daniele De Rossi e di Francesco Totti; qualcuno ha ipotizzato che in realtà (avendo anche il Lecce la maglia gialla e rossa) il Capitano non sia altri che Corvia. Di certo, c’è che Corvia conosce bene gli ambienti romanisti. E se, ora che è finito sotto inchiesta, vorrà spiegare come andarono le cose davvero si potrebbero aprire scenari ad alto impatto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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