Il Giornale è da tempo finito nella black list del presidente della Camera Gianfranco Fini. Lex leader di An, dal palco della Direzione nazionale Pdl, ieri ha ribadito linsofferenza verso il nostro quotidiano: «Sono stato oggetto di bastonature mediatiche e attacchi durissimi da giornali come quello di Feltri». Interrotto da un boato, partito dallassise dei dirigenti Pdl, Fini ha proseguito: «Non credo che sia motivo di polemica, sappiamo di chi sono i giornali, sappiamo che sono gli editori che pagano i direttori... ».
In uno dei passaggi della sua replica, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha risposto alle doglianze di Fini: «Ho già detto più volte che non parlo da tempo con il direttore del Giornale, non ho alcun modo di influire e anzi mi sono pubblicamente distinto con scuse pubbliche e precise. Ho convinto mio fratello a metterlo in vendita e ho dato incarico di trovare sul mercato una catena di imprenditori disponibili». Poi la stoccata diretta allinquilino numero uno di Montecitorio: «Se ce nè qualcuno vicino a te può entrare nella compagnia azionaria. E comunque mi sembra che sia critico verso di te pure Libero, che appartiene ad Angelucci, ex An e tuo amico personale».
Interpellato dallAnsa, il direttore del Giornale Vittorio Feltri ha risposto così: «Se per Fini il problema sono io non valeva neanche la pena di riunire la Direzione del Pdl e fare tanto casino. Bastava un incontro ristretto alla Trattoria Falconi di Ponteranica, il mio paese - ha aggiunto - e la cena lavrei offerta volentieri io. Sono sempre disponibile a questa soluzione». E sul ventilato cambio di proprietà del Giornale, Feltri ha sottolineato: «Io non ne ho sentito parlare e Paolo Berlusconi, che poi è quello che dovrebbe vendere, non mi ha mai parlato di questa intenzione. Non so che tipo di discorso sia avvenuto tra Silvio Berlusconi e il fratello e comunque non è la prima volta che si sentono queste voci - ha aggiunto - io comunque penso che se anche il quotidiano cambiasse proprietà non dovrebbe cambiare linea perché il rischio è di perdere il suo pubblico e il Giornale ha una sua tradizione». In caso di eventuale cambio di proprietà, Feltri ha chiarito: «Ho diretto tanti giornali ed è la prima volta che mi troverei in questa situazione. Se al nuovo editore piace la mia linea si va avanti, altrimenti si troverà il modo di lasciarsi civilmente».
In serata è arrivata la nota delleditore: «Il Giornale - ha detto Paolo Berlusconi - con la nuova direzione di Vittorio Feltri e la nuova concessionaria di pubblicità ha avviato un percorso di ristrutturazione e di sviluppo che si pone lobiettivo di un equilibrio economico finanziario nel breve periodo. In tale ottica - ha aggiunto - sarà possibile lingresso nella compagine azionaria di nuovi imprenditori che diano un fattivo contributo al raggiungimento degli obiettivi prefissati».
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