Insomma l'accordo non c'è ma presto si tornerà a trattare. Questa è la sensazione dopo l'audizione di Meta e Siae davanti alle commissioni riunite Cultura e Trasporti della Camera. Come si sa, da oltre dieci giorni il repertorio di musica della Siae non può essere utilizzato su Facebook e Instagram. La frattura è naturalmente economica e, secondo Siae, la decisione di bloccare la musica sui social «dipende da Meta» che si è comportata «come un dittatore nordcoreano». L'accordo biennale precedente (scaduto a dicembre) era stato siglato nel 2020 ed era in attesa di rinnovo. Secondo Siae, Meta non ha fornito i dati richiesti a dispetto della direttiva europea che «pone in capo alle piattaforme l'obbligo di dichiarare a Siae una serie di informazioni fondamentali necessarie per definire il giusto compenso degli autori». Da qui lo scontro (che l'altra parte in causa, ossia Soundreef ha invece risolto). L'Italia, a quanto si sa, è il primo paese alle prese con il rinnovo di un contratto che, nella versione precedente. è stato stipulato con Facebook e Meta. In questi anni tutto è cambiato ed è drasticamente aumentata la quantità di musica caricata sui social. «La battaglia che stiamo portando avanti in questi giorni da soli non è solo economica ma culturale, perché cerchiamo di tutelare l'industria creativa italiana» ha detto il presidente Siae Salvatore Nastasi (nella foto). Ed è totalmente condivisibile, se non altro perché lo stesso problema si manifesterà presto anche ad altre filiere artistiche come il cinema. Ieri alla Camera il confronto è stato aspro, anche se gli osservatori hanno potuto seguire solo la deposizione di Siae perché Meta ha vietato la diffusione in streaming dell'incontro (mah). «Abbiamo progressivamente aumentato la nostra offerta cercando di andare in contro alle richieste di Siae che, tuttavia, si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore ad un aumento del +310%», ha spiegato Angelo Mazzetti, responsabile degli Affari Istituzionali di Meta. La Siae ha smentito.
Il 6 aprile, grazie al sottosegretario Borgonzoni, ci sarà un altro incontro e magari le distanze tra Siae e Meta si accorceranno. Alla fine, il confronto tra chi crea e chi sfrutta dovrebbe sempre essere a vantaggio del primo.
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