La scoperta di Epifani: "Tasse più alte"

Nuovo attacco del leader della Cgil al governo: "Gli sgravi non funzionano, già a 1.200 si paga di più". Bonanni (Cisl): "Pronte iniziative clamorose". Iscrizione a un club: scatta la verifica fiscale

La scoperta di Epifani: "Tasse più alte"

Roma - «Con 1.200, 1.300 euro netti al mese si pagano più tasse di prima». E quindi bisogna correre ai ripari. Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani sposta il fronte dello scontro con il governo oltre la previdenza. Perché «c’è un malessere in giro, che si tocca con mano nei luoghi di lavoro: le pensioni sono un tema, ma non l’unico». E arriva a demolire la riforma delle imposte che l’esecutivo di centrosinistra aveva presentato come una misura di redistribuzione fiscale a favore dei più deboli.
La verità, ha protestato Epifani citando uno studio condotto dal sindacato (tenuto un po’ sottotraccia e riportato soltanto dal Giornale), è che «gli sgravi promessi hanno funzionato solo per i carichi familiari e le addizionali locali hanno peggiorato le attese e le speranze». Per questo «bisogna intervenire ancora sul reddito da lavoro dipendente». La simulazione della Cgil è in realtà ancora più drastica e rileva come nella fascia di reddito intorno ai 1.300 euro, anche al netto delle addizionali locali, siano penalizzate soprattutto le famiglie numerose. Le parole di Epifani sono comunque sufficiententemente chiare e segnano, se non la fine del sostegno al governo, un momento particolarmente difficile dei rapporti tra Corso d’Italia e l’esecutivo.
Il tutto mentre la data dell’apertura dei tavoli con le parti sociali rimane un mistero e il silenzio di Palazzo Chigi fa perdere la pazienza al segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni: «Non vorremmo arrivare a iniziative clamorose per denunciare questa inspiegabile latitanza. Non capiamo questa perdita di tempo». L’iniziativa alla quale stanno pensando i sindacati non è per il momento lo sciopero generale, ma una manifestazione nazionale. La prova generale potrebbe essere lunedì a un’assemblea unitaria con i tre segretari generali che si terrà a Bergamo e dalla quale emergerà la richiesta di chiudere il confronto prima delle amministrative. L’intesa, avverte Bonanni, deve essere trovata «molto prima di entrare nel merito del Dpef e anche prima delle elezioni». Anche l’Ugl, con il segretario generale Renata Polverini, chiede l’avvio del confronto a patto che coinvolga tutti. Il fatto - ha rilevato l’esponente di Forza Italia Maurizio Sacconi -, è che il governo non riesce a «presentarsi su questi temi con una proposta omogenea e compatibile con il quadro di finanza pubblica». Sommando le richieste che vengono dalle parti sociali e quelle della politica - ha calcolato ieri il Sole 24 Ore - si arriva a una cifra doppia rispetto a quella disponibile. Che è il risultato del boom delle entrate. Le pressioni dei sindacato sono destinate proprio a intercettare queste risorse. E le confederazioni oscillano tra chi, come la Cisl, spera di sfruttare la spinta elettorale per ottenere il massimo e chi, come la Cgil di Epifani, vorrebbe che il governo facesse quantomeno chiarezza sui conti: «Vorrei capire il quanto di questo surplus: un conto è se si tratta di 8 miliardi, un conto se si tratta di 10 o di 6».
Dal governo nessun segnale importante. Se non un annuncio del viceministro all’Economia Roberto Pinza che fa pensare a un rinvio del principale, cioè l’aggiornamento dei coefficienti di rivalutazione delle pensioni. «Quello che tutti devono sapere - ha spiegato - è che ci sono due problemi distinti: uno è la scelta tra scalone o scalini» e si risolve nel 2008». Mentre i coefficienti avranno effetto dal 2014. Le cose saranno affrontate «un pezzetto alla volta».
Poco per i sindacati. Anche per la Cgil che ieri ha trovato un inaspettato alleato in Forza Italia.

Il coordinatore nazionale Sandro Bondi riconosce a Epifani di avere detto «una parola di verità». Sulle tasse. E sulla «infinita e vergognosa sequela di menzogne da parte del governo sullo stato dell’economia e sulla inutile stangata imposta agli italiani».

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